Bottega, cantina e distilleria a Bibano di Godega, vicino Treviso, ha aperto una nuova realtà produttiva nel cuore del Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga (“un sogno che coltivavamo da qualche tempo”, dice Sandro Bottega), operativa già da questa vendemmia.
Castelnuovo Berardenga, una delle unità geografiche aggiuntive (Uga) indicate in etichetta. In modo particolare, il territorio è diviso in due Uga: a est quella che riporta il nome del comune e a ovest Vagliagli.
La struttura, destinata alla produzione di Chianti Classico Docg, Chianti Classico Riserva e Supertuscan, è circondata da 13 ettari di vigneti di uve Sangiovese e Canaiolo, dove la vendemmia e le attività in vigna vengono condotte rigorosamente a mano.
Cuore pulsante è la bottaia, che ospita circa 800 ettolitri di vino. “Abbiamo scelto botti grandi da 25 ettolitri, realizzate in rovere di Slavonia, per mantenere, attraverso l’invecchiamento in legni pregiati, la tipicità toscana del Sangiovese”, spiega Sandro Bottega, che di tutta l’attività in vigna e in cantina affida la supervisione all’enologo Guglielmo Pasqualin.
Con il territorio il legame dura dai primissimi anni ’90, quando in una serata d’autunno, davanti al fuoco di un camino, Sandro Bottega condivide con Stefania Sandrelli e Giovanni Soldati le proprie opinioni sui vini delle principali regioni italiane. La calda atmosfera di un rustico di campagna spinge la famosa attrice a formulare il desiderio di conoscere meglio il mondo enologico e di iniziare a produrre un rosso toscano.
Il progetto prende forma e nel 1994 i tre amici sono tra i filari di una piccola tenuta della campagna senese per scegliere personalmente l’uva migliore per produrre il proprio Chianti, Acino d’Oro, un Chianti Classico DOCG, che reca in etichetta le firme di Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati e Sandro Bottega.
L’azienda produce circa 20 milioni di bottiglie, di cui l’85% è venduto in 150 paesi del mondo, si trova nei più importanti duty free e sulle principali compagnie aeree e il suo Bottega Gold è il secondo spumante più venduto. “Dobbiamo essere promotori della cultura prima ancora del prodotto, del prodotto e poi del suo modo di consumo. Abbiamo investito nei mercati esteri con personale che potesse creare una cultura atta a riconoscere un prodotto di qualità. E di design. Abbiamo sempre puntato sull’essere distinguibili, conclude Bottega.