Alla Valpolicella Annual Conference, due giornate di eventi su piattaforma Zoom organizzate dal Consorzio di tutela dei Vini della Valpolicella, prima Dop di vino rosso in Veneto, emerge un messaggio di ottimismo, una voglia di guardare al dopo pandemia in una regione in cui vino e turismo viaggiano a braccetto e rappresentano un pilastro importante dell’economia. Si confida nella risoluzione dei problemi più urgenti: chiusura dell’horeca, flessione del turismo e dell’export soprattutto verso gli Usa.
Da uno dei territori vitivinicoli più prestigiosi d’Italia, con un giro business di 600 milioni di euro all’anno, arrivano i dati dell’annus horribilis. Se l’Amarone tiene nel 2020, un calo lo registrano il Valpolicella e il Ripasso, soprattutto sul mercato interno, con il prezzo medio in discesa. La Valpolicella per quanto riguarda le vendite di vino a valore chiude il 2020 con un -3,3%, export a -1,1%, con un calo della domanda sul mercato domestico pari a – 9,6%. Ma l’Italia fa meglio della media del mondo e limita le perdite in paesi cruciali come gli Usa e la Germania: secondo Nomisma Wine Monitor il Belpaese contiene le perdite a -2,9% nei primi 11 mesi a base Istat grazie alla Gdo. “L’export va meglio rispetto al mercato interno, ma le aziende piccole, 258 a fronte di 329 totali, che sono la nostra spina dorsale e lavorano con grande qualità, sono in sofferenza, per colpa soprattutto alla chiusura dell’horeca. Le perdite medie sono del 10% per l’export e del 28% per la domanda interna”, commenta Christian Marchesini, presidente del Consorzio della Valpolicella.
“Dobbiamo aiutare le nostre imprese, che hanno giacenze importanti in cantina, così come dobbiamo sostenere l’horeca in sofferenza con una parte dei 222 miliardi di euro in arrivo dal Recovery Fund”, spiega Luca Zaia, presidente della Regione Veneto sottolineando l’importanza di accelerare con i vaccini “perché noi nel giro di cento giorni vaccineremo 5 milioni di veneti”.
Tanti i temi in agenda: dai canali di vendita più accessibili per il vino di qualità in tempi di covid con la ristorazione e il turismo fermi alle nuove politiche a sostegno del mercato del vino italiano, dal posizionamento dei vini della Valpolicella sui principali mercati target con le tendenze di consumo al cambiamento climatico. Senza dimenticare le degustazioni.
Paolo de Castro, primo vice presidente della commissione Agricoltura, affronta tre punti caldi nel suo talk istituzionale a sostegno del mercato del vino italiano: dazi Usa, piano anticancro europeo e Brexit. “In merito al piano anticancro che colpirebbe pesantemente alcolici e carne, non si tratta di una proposta legislativa ma di un piano. Lavoreremo affinché non ci siano conseguenze quanto a promozione ed etichettatura”. Sui dazi americani: “C’è l’impegno dell’Ue per una moratoria di sei mesi per discutere e confrontarsi con l’amministrazione Biden”. A proposito degli accordi dell’ultima ora necessari ma poco felici per la Brexit: “Sono disastrosi sia per noi sia per i britannici per via delle problematiche burocratico-amministrative. Abbiamo richiesto una sospensione in attesa di una piattaforma elettronica dei certificati di esportazione”.
Il tutto in attesa di capire le sorti del prossimo Vinitaly. Un comunicato di grande ottimismo era stato diramato nei giorni scorsi da Veronafiere, ma molte perplessità tra le aziende permangono perché si teme un flop di visite dei grandi buyers internazionali.
VALPOLICELLA ANNUAL CONFERENCE: LA DENOMINAZIONE REGGE E GUARDA AL FUTURO
