Novità per quanto riguarda il Consorzio Tutela Vini Etna Doc: avviato all’unanimità l’iter per il riconoscimento della Docg. “Presenteremo la richiesta prima di tutto alla Regione Sicilia, che valuterà la documentazione e la rappresentatività della denominazione, dopodiché la palla passerà al Comitato nazionale vini Dop e Igp, organo del Ministero dell’agricoltura. Speriamo in meno di due anni di concludere il percorso”, dice Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio.
Un passaggio che porterà ad alcuni cambiamenti all’attuale disciplinare di produzione della denominazione nata nel 1968, la prima della Sicilia. Vediamoli. Per la tipologia Spumante è prevista la possibilità di utilizzare la varietà Carricante oltre a quella già presente, il Nerello Mascalese, e si potrà produrre la versione Pas Dosé. Nella tipologia Etna Rosso con Unità Geografica Aggiuntiva la resa sarà diminuita, al contrario il numero delle Contrade (oggi 133) aumenterà, ma non cambieranno i confini complessivi della denominazione. Si potrà inoltre possibile indicare come Unita Geografica aggiuntiva il nome di uno dei 20 comuni se le uve provengono interamente da quel territorio.
Quanto ai numeri, nel 2022 gli ettari vitati rivendicati sono stati 1290,82 (442 viticoltori) per una produzione di 5.820.145 di bottiglie.
“Si tratta di una decisione storica per il nostro territorio, presa in un clima collaborativo e partecipativo”, afferma presidente del Consorzio, Francesco Cambria (in foto). “Questo ci permetterà di aumentare ulteriormente il livello qualitativo dei nostri vini e diventare ancora più distintivi per i nostri consumatori”.