Bottega dà inizio alla prima distillazione di whisky nel sito produttivo di Fontanafredda, in Friuli, con un investimento di tre milioni di euro.
L’azienda veneta oggi brand mondiale, fra le più attive nel mondo del vino e della grappa e fra quelle leader nell’export in 150 paesi, grazie alla diversificazione della produzione ha retto i colpi di un 2023 critico a livello globale dal punto di vista del cambiamento climatico e delle vendite di vino. 

 

Sandro Bottega, la domanda di whisky è in crescita in tutto il mondo e riguarda soprattutto le fasce di prezzo più alte. È questo il periodo migliore per investire?

Il whisky è considerato un investimento sicuro: negli ultimi vent’anni sono nate distillerie specializzate anche in paesi che non hanno una tradizione nel settore. Viene fatto rientrare tra i “pleasure asset”, investimenti legati a passioni personali come orologi o auto d’epoca, non soggetti a improvvise fluttuazioni dei prezzi. Il suo valore tende ad aumentare nel tempo. C’è molto interesse in particolare per i single malt, cosiddetti perché prodotti con un unico tipo di malto, la cui crescita globale è davvero straordinaria. Consideri che il fatturato della grappa è di circa 300 milioni di euro, del prosecco 3 miliardi e mezzo di euro, del gin 10 miliardi e del whisky 70 miliardi – con stime fino a 127 miliardi di dollari nei prossimi anni – per oltre un miliardo di bottiglie, di cui il mercato indiano ne assorbe 600 milioni. Un abisso rispetto ai 20 milioni di bottiglie della grappa. Il whisky, inoltre, si vende a un prezzo molto più caro: il nostro si aggirerà sui 40 euro. Inizialmente immetteremo sul mercato dodicimila bottiglie, ma l’obiettivo è arrivare a 200mila in cinque anni. E poi la parte legata al whisky mi diverte, oltre che essere una sfida, per noi e per l’Italia, ad avere un prodotto di altissimo livello qualitativo. Il whisky è una materia che conosco da quarant’anni, da quando avevo iniziato a distillarlo poco più che ventenne in Sudamerica. Mettendo insieme expertise straniera e italiana il risultato ci soddisfa enormemente. Il prodotto che abbiamo invecchiato nasce da alambicchi simili ai nostri e soprattutto con malto italiano, quindi abbiamo un whisky con un pedigree.

Entro quanto arriverete a produrlo interamente nel vostro stabilimento friulano?

Entro cinque anni. Oggi distilliamo 10-15 ore al giorno ma contiamo di arrivare a 24 ore nel giro di pochi mesi perché la domanda è veramente alta.

Che prodotto sarà?

Un single malt con un invecchiamento di cinque anni: lo abbiamo comprato in parte già invecchiato, poi per due anni è maturato nelle nostre botti di Amarone, Brunello e Chianti Classico. Per dar corso a questo progetto abbiamo attrezzato due nuove sedi, di cui una aperta a cavallo fra il 2017 e il 2018, l’altra di prossima apertura. Il 20 marzo confidiamo di iniziare la produzione nel nuovo stabilimento: 12mila metri quadrati adibiti a distilleria su un totale di superficie coperta di 24mila e su un totale operativo di 55mila. La distillazione ha bisogno di spazi adeguati anche per la movimentazione delle merci. In questi due stabilimenti lavorano una novantina di persone, poco meno della metà del totale del nostro personale impiegato.

La diversificazione della produzione, e dei formati, è il vostro punto di forza e un airbag in un 2023 complicato a livello globale…

La situazione generale dei vini fermi rossi non è delle più floride. Per quanto ci riguarda, il 2023 è stato il miglior anno di sempre: siamo cresciuti del 4,5%, un dato positivo considerando che altre realtà sono arrivate a perdere anche il 15% o più. Detto ciò, è stato comunque un anno sotto le nostre aspettative. A trainare non è il Prosecco ma il mondo dei liquori, dei distillati, in parte quello dei vini fermi e soprattutto quello dei senza alcol, che anche in questo inizio del 2024 sono state le produzioni a ripartire meglio: oggi c’è più interesse per il prodotto zero alcol che per quello tradizionale. La diversificazione è necessaria perché le tendenze sia per la situazione geopolitica in corso, sia per il rinnovamento culturale, sia per la contingenza economica, sono tali per cui alcuni prodotti possono andare meno bene di altri.

Arriverà presto la svolta per i dealcolati anche in Italia?

Certamente, bisogna aggiornarsi con i tempi. Le norme devono essere chiare, applicabili, efficaci. Ci troviamo in un mercato mondiale che ha bisogno di questo prodotto e non possiamo tirarci indietro. Posso essere d’accordo con il ministro Lollobrigida quando dice che il vino vero è con l’alcol, ma il problema è che tutti gli altri Paesi possono farlo senza alcol, portandoci così via quote di mercato significative. Oggi per produrre un vino dealcolato dobbiamo tassativamente andare all’estero, penso alla Spagna o all’Austria, perché in Italia non è ancora previsto dalla normativa. Noi al momento non partiamo da un dealcolato ma dal mosto e  produciamo un senza alcol. Poter scrivere “vino” in etichetta, però, sarebbe un valore aggiunto per tutti. Fare un dealcolato all’estero è proibitivo perché ha costi logistici talmente elevati che non ci permetterebbero un prezzo competitivo con i nostri colleghi europei. C’è anche da dire che la tecnologia non ci consente al momento di ottenere dei prodotti di qualità.

Il vostro Prosecco come ha chiuso il 2023?

Stabilmente, con un leggero -0,5 per cento. Nel mercato domestico siamo in crescita con gli spumanti, invece in quello estero c’è stata qualche flessione dovuta più che a un cambio culturale a una contingenza della “bolla”, che nel 2022 ha visto riempire i magazzini perché tutti temevano di non avere prodotto a sufficienza. È sicuramente presto per parlare di un calo dei consumi.

Ma il Prosecco si presta a lunghi invecchiamenti?

Il Prosecco di qualità, con un estratto secco importante, con corpo e acidità altrettanto importanti, imbottigliato in atmosfere protette con impianti di imbottigliamento moderni dà risultati migliori dello Champagne quanto alla tenuta nel tempo. Nelle scorse settimane in una verticale a Londra il nostro Prosecco Bottega Gold 2013 ha dimostrato che anche questo vino può invecchiare molto bene. Sono contento che esperti della stampa specializzata mi abbiano detto che ho fatto valere quello che nessuno aveva fatto valere, ossia il valore del Prosecco, e sono altrettanto contento che tutti quanti siano rimasti sorpresi dei livelli qualitativi che si possono raggiungere. Alcuni commenti sono andati molto in profondità dal punto di vista tecnico: determinati profumi e gusti hanno spiccato in maniera chiara per tutti, ad esempio quelli di frutta secca, mela matura, frutta esotica, pesca, che il tempo ha esaltato. Nell’ultimo decennio Londra è diventata un punto di riferimento per il mondo del vino ed è un centro nevralgico perché le tendenze di consumo nascono lì. Il nostro impegno a modificare la percezione del Prosecco è costante e comporta continui investimenti. Lanceremo l’annata 2014 e via via le successive, tutte in tiratura limitata per gli appassionati.

A quale prezzo?

La super premium 2013 esce con un prezzo al pubblico di 250 euro. Non dimentichiamoci che il Prosecco ha un costo di coltivazione delle uve ben superiore a quello dello Champagne.

Con il format Prosecco Bar, l’ultimo in ordine temporale è ad Abu Dhabi, state portando avanti da dieci anni il nome della denominazione in tutto il mondo…

Quello di Abu Dhabi è bellissimo, come quello di Istanbul. Quest’anno ne apriremo altri cinque in diverse località europee e arriveremo così a quota trentasei: Praga, Budapest, Nizza, Basilea e Roermund. Credo anche io che alla fine a beneficiarne sia tutto il comparto. Cerchiamo di fare il nostro meglio, evocando la tradizione dei bacari veneziani.

Il vostro racconto del vino e della grappa procede di pari passo con l’attualità, ne sono un esempio le bottiglie dedicate a Nelson Mandela e a Marco Polo, rispettivamente per il decennale e per i 700 anni della loro morte. Pensate che sia anche questo il ruolo del vino nella società?

Abbiamo preparato anche dei nuovi slogan per poter commentare nel nostro sito l’uccisione del dissidente russo Navalny. Il vino è cultura e cultura è anche rispetto delle opinioni diverse. Non ci occuperemo mai di politica ma sicuramente daremo un contributo affinché i valori del nostro mondo siano rispettati.