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di Thomas Coccolini Haertl
Paltrinieri – Radice Lambrusco di Sorbara 2022
Dentro all’Emilia delle bollicine. in provincia di Modena, nel cuore della produzione vitivinicola della pianura padana, in quel sottile lembo di terra compreso fra il fiume Secchia e il torrente Panaro – dove si vinifica da sempre – incontriamo Paltrinieri. Azienda storica. Nonno Achille iniziò a curare i suoi grappoli nel lontano 1926, poi il figlio Gianfranco, quindi nel 1996 il nipote Alberto, agronomo, ricevette le chiavi della cantina e piena fiducia. Il suo lavoro arriva ai giorni nostri ed è il nuovo corso, se così possiamo chiamarlo, segnato nel 1998 dal primo Lambrusco Sorbara in purezza, avvalendosi nel tempo della preziosa collaborazione degli enologi Attilio Pagli e Leonardo Conti. Da queste parti già lo dicevano che il Sorbara in purezza è più buono, cioè non tagliato con il Lambrusco Salamino. Qui, quelli che oggi tanti chiamano Ancestrali, sono sempre esistiti.
Paltrinieri Radice Lambrusco di Sorbara 2022
Questo rifermentato in bottiglia nasce nel 2011. Il suo colore non è quello del Lambrusco più spesso conosciuto, rosso porpora impenetrabile. Il Sorbara sembra quasi un rosato. Il rinnovamento di Alberto in azienda è passato anche dal cambio delle etichette che si devono in origine all’artista modenese Fabrizio Loschi, a significare che un grande vino nasce dall’unione di tante forze e in questo caso si è cercato di premiare la tradizione, andando appunto alle radici del Lambrusco, rispetto ad esempio al fratello maggiore, il Metodo Classico Grosso con in etichetta la prima moneta modenese (il Grosso d’argento). Qui troviamo la particella catastale della vigna, cioè il cuore del cuore di Sorbara e il riferimento al Lambrusco è solo nella controetichetta. La bottiglia, elegante nella sua trasparenza, concede massima visibilità al colore rosa salmone, in pratica si presenta nudo, senza fronzoli, schietto come il carattere dei modenesi; Radice ha il tappo a corona, secondo usanza dei rifermentati in bottiglia. Si viene avvolti da una efficace spuma rosea, profumata di agrumi, subito asprigni perché è un non dosato, con note di pompelmo rosa e bergamotto, dettagli di melograno e rosa selvatica, fra altri sentori di piccoli frutti a bacca rossa. Al palato è fine, con una evidente nota acidula persistente (tagliente, per chi non è abituato), lasciando una piacevole lunga nota sapida. Un vino di successo, con le sue 50.000 bottiglie annue prodotte.
Abbinamento di mare: Gambero Rosso di Mazara del Vallo al crudo con Stracciatella di Burrata
Abbinamento di terra: affettati misti emiliani con torta fritta (PR), gnocco fritto (RE e MO) o crescentine (BO)