Il mercato del vino italiano continua a confrontarsi con tensioni significative, soprattutto sul fronte degli Stati Uniti, dove l’impatto dei dazi resta una questione aperta. Il presidente di Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, ha spiegato come il terzo trimestre del 2025 abbia visto un taglio medio dei prezzi del vino italiano diretto negli Usa pari al 15%, mentre per quello francese si è arrivati al 26%. Contemporaneamente, il prezzo medio dei vini in uscita dalla distribuzione americana è aumentato di circa 4-5 punti percentuali in ottobre, confermando che gli ordini nei punti vendita in vista del Thanksgiving non sono ancora tornati ai livelli precedenti. Frescobaldi sottolinea che, se fino a pochi mesi fa ogni dollaro investito in vino europeo generava 4,5 sul mercato statunitense, oggi il moltiplicatore rischia di invertirsi, penalizzando il guadagno complessivo del comparto.
Secondo il presidente Uiv, la gestione della crisi non può più basarsi sull’autotassazione delle imprese italiane, che ha comportato quasi 110 milioni di euro di mancati ricavi solo nell’ultimo trimestre rispetto all’anno precedente. In questo contesto, lo stanziamento di 100 milioni di euro nel Ddl Bilancio per la promozione e internazionalizzazione del vino italiano rappresenta un segnale concreto. Frescobaldi evidenzia l’importanza che il comparto sia messo in cima alla lista delle priorità, mentre il trade statunitense deve comprendere che la stabilità dei prezzi e la continuità dei consumi richiedono collaborazione tra produttori e distributori.
Non meno rilevante è la situazione verso i Paesi extra-Ue, dove l’Osservatorio Uiv registra un calo del 14% a valore nel terzo trimestre 2025 e un -5,7% cumulato nei primi nove mesi dell’anno. Per fronteggiare questa contrazione, il Consiglio nazionale dell’associazione ha posto l’accento sull’importanza di incrementare e rendere più flessibili le risorse destinate alla promozione nei mercati esteri, auspicando un allungamento della durata delle misure Ocm Promozione dagli attuali tre a dieci anni per consentire alle imprese di pianificare strategie di lungo periodo.
Il Consiglio Uiv ha inoltre ribadito la propria contrarietà al finanziamento degli espianti di vigneti senza stanziamenti aggiuntivi, richiamando l’esperienza fallimentare del 2009, quando un miliardo di euro europeo fu investito senza effetti concreti sullo sviluppo del settore. Parallelamente, viene segnalata l’urgenza di completare l’iter del decreto interministeriale Masaf-Mef sui vini dealcolati, bloccato da oltre due mesi in Ragioneria Generale dello Stato, così da permettere alle imprese italiane di competere alla pari con i produttori europei che già operano con regole armonizzate dal regolamento Ue del dicembre 2021.
Il quadro che emerge è quello di un settore che resta vitale e competitivo ma sottoposto a pressioni internazionali, con margini di manovra limitati se non sostenuti da risorse pubbliche mirate, regole certe e strategie di promozione adeguate ai mercati globali.


