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del nostro doctor sommelier
Thomas Coccolini Haertl
Produttori del Barbaresco, Langhe Nebbiolo 2023
Ma chi l’ha detto che il Nebbiolo non possa essere un’uva da bersi giovane? Tanto quanto ci siamo divertiti ad assaggiare dei lambruschi Metodo Classico che sovvertono la filosofia dell’essere bevuti a breve distanza dalla vendemmia, ora faremo l’opposto. Barbaresco, provincia di Cuneo, per il resto del mondo è appunto il Barbaresco, da uve Nebbiolo; Gaja in primis, ma oltre l’iconica cantina, i Produttori del Barbaresco si distinguono da sempre per aver saputo valorizzare le cosiddette MeGa (menzioni geografiche aggiuntive) che in questo territorio sono state sapientemente ricostruite dalla preziosa cartografia di Alessandro Masnaghetti. Saltando di collina in collina, fra le Langhe si arriva a Barolo, l’altra eccellenza italiana piemontese. Molti anni fa da quelle parti si beveva Dolcetto, ora un po’ annebbiato dalla crescita qualitativa della Barbera. Ma nel mezzo ci sta un Nebbiolo semplice, pronto subito, adatto ad abbinamenti inattesi. Nel 1894 Domizio Cavazza, preside della Regia Scuola Enologica di Alba e proprietario del Castello di Barbaresco, oltre all’annessa azienda agricola, fonda le “Cantine Sociali di Barbaresco” per la produzione di vini di lusso e da pasto.
Produttori del Barbaresco, Langhe Nebbiolo 2023
Prima del1894 il Nebbiolo che cresceva su questi pendii serviva soprattutto a produrre Barolo. La provocazione di oggi continua nell’abbinamento, troverete infatti la zuppa valdostana che più probabilmente in quel di Aosta si abbina con il loro Fumin, ma volendo cambiare con un rosso fermo, questo Nebbiolo giovane si presta. Dal tipico colore rosso porpora scarico di questo vitigno, il Langhe Nebbiolo non ci concede subito al naso, volendo essere un po’ come il carattere dei piemontesi, che visto da fuori ci appare un po’ chiuso. All’olfatto questo vino è schietto, non ha trucchi, con la sua immediata nota di lampone, pungente, penetrante al naso grazie a una evidente freschezza acida. Un affondo di frutti rossi più maturi completa il bouquet impreziosito anche da speziature erbacee non derivate dal legno. Al palato la malolattica svolta regala morbidezze maggiori nella seconda parte del sorso, prima in parte astringente, decisamente asprigno e fruttato. La persistenza è lievemente riscaldante, in equilibrio con l’acidità e lascia il desiderio di bere ancora.
Abbinamento di mare: —
Abbinamento di terra: zuppa valdostana di pane, verza e fontina



