Presentato oggi a Roma il 57° Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma a Veronafiere dal 6 al 9 aprile. Quali sono le novità? Innanzittutto nella “fotografia” scattata dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly i luoghi comuni sono ribaltati: Generazione Z (nati fra la fine degli anni ’90 e la prima metà degli anni 2000) e millennials (1981-1996) spendono di più per il vino della Generazione X (1965-1980) e dei cosiddetti boomers (1946-1964). Gli under 44 sono disposti a spendere per etichette super Premium ma senza affezionarsi ai brand, stappano in compagnia e non vogliono rinunciare ai cocktail, di fatto tenendo a galla un mercato minacciato dalla retromarcia di Boomer e GenX.
Sotto la lente, i mercati italiano e quello statunitense (pari, insieme, al 60% del fatturato complessivo delle vendite di vino italiano) e le fasce più giovani della popolazione che il vino deve saper intercettare e comprendere in un contesto generalizzato di calo dei consumi che ha visto il quarto anno consecutivo di contrazione in Italia e il terzo negli Stati Uniti.
Ma il vino è considerato uno status symbol? Per i giovani sì. Il connubio vino e cibo rimane importante, ma sembra perdere centralità. Se è vero che “il vino esalta il cibo” per la grandissima parte degli over44, scendono sotto alla metà quelli che si riconoscono in questa affermazione tra i Millennials e la GenZ. Di contro, nel Belpaese la quota dei giovanissimi italiani che vede il vino come un “fashion statement” è esattamente il doppio (56%) di quella dei boomer (28%), e anche i Millennials staccano i GenX per 16 punti percentuali (45% contro il 29%). Un trend rilevante, per cui Iwsr ha coniato una nuova categoria, quella degli “Status Seekers” che, pur rappresentando solo l’11% dei consumatori abituali di vino, negli Stati Uniti realizzano il 24% del volume e il 35% dei valori generati dai regular wine drinkers.
Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly, circa il 31% del valore complessivo degli acquisti di vino in America è attribuibile a prodotti in fascia Ultra Premium, effettuati in 6 casi su 10 da consumatori under44. Diversa la situazione in Italia, dove i vini di alta gamma valgono solo il 10% degli acquisti, ma realizzati anche qui per circa la metà dai giovani consumatori.
La socialità continua a rappresentare un elemento fondamentale nella wine experience, in particolare per i giovani americani che, in 7 casi su 10, hanno aumentato il consumo proprio per una maggiore socializzazione.
In Italia il profilo dei consumatori di vino per età rispecchia fedelmente la distribuzione anagrafica della popolazione (legal drinking age), con gli under44 a quota 35%, mentre negli Usa Millennials e GenZ – che rappresentano solo un terzo della popolazione –, raggiungono quota 47% tra i consumatori di vino.
Per quanto riguarda gli astemi, quasi la metà appartiene alla generazione Boomer, seguiti dalla GenX (23% negli Usa e 30% in Italia). GenZ e Millennials, invece, rappresentano complessivamente solo 3 astemi su 10 negli Stati Uniti e 2 su 10 in Italia.
AL VIA VINITALY 2025: CHI SONO I NUOVI CONSUMATORI DI VINO?
