<<Dagli Stati Uniti arrivano le prime lettere dei distributori non disposti ad accettare alcun sovraprezzo sui nostri vini. Allo stato attuale si sta evidenziando una bagarre su chi dovrà assumersi l’onere dei minori ricavi per assicurare la stabilità dei prezzi al consumo, le imprese italiane non devono cedere ma imporre la propria forza commerciale su un prodotto che arricchisce in primis la catena commerciale statunitense>>. Questo il commento, in apertura di Vinitaly, del presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, sulla situazione che si sta creando sul mercato dopo i dazi. Fra i primi effetti, gli importatori americani chiedono di abbassare i prezzi dei vini. Cinquanta Paesi disposti a trattare con gli Usa (ma finora la risposta della Casa Bianca è stata negativa), intanto la Cina punta il dito per <<l’ingiusta guerra commerciale>> che sta facendo crollare i mercati internazionali, e reagisce con dazi speculari al 34%. Le prime tariffe al 10% sono entrate in vigore, il 9 aprile toccherà alle altre. Nei prossimi giorni l’Ue voterà un pacchetto di contromisure.
I dazi di Trump coprono circa il 70% delle esportazioni europee verso gli States, per un valore complessivo di 532 miliardi di euro.
Per Frescobaldi: <<Uiv ritiene che tutta la catena – dalla produzione al punto vendita – debba sacrificare parte dei ricavi per garantire listini invariati al punto vendita, pena l’uscita dal mercato di tante realtà del nostro settore. Confidiamo che il Governo italiano possa rappresentare in sede europea le ragioni del settore e promuova la strada del dialogo e della trattativa. Bisogna inoltre evitare che si ripeta l’esperienza subita nel 2020 dai vini francesi, che a fronte di tariffe extra del 25% ha visto calare il proprio business del 28% in valore. Per questo siamo a disposizione del Governo anche per descrivere nei dettagli le dinamiche che si stanno venendo a creare lungo la catena commerciale>>.
I vini d’importazione, a partire da quelli italiani che nel 2024 hanno registrato vendite per quasi 2 miliardi di euro, sono protagonisti di un effetto moltiplicatore sull’economia americana, che monetizza 4,5 dollari per ogni dollaro speso. Gli Usa valgono il 24% del totale export dei vini italiani: è il paese produttore europeo maggiormente esposto, a fronte della Francia al 20% e la Spagna all’11%.
EFFETTO TRUMP: IMPORTATORI USA NON VOGLIONO CONDIVIDERE IL DAZIO
