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di Thomas Coccolini Haertl
Les Crȇtes- Valle d’Aosta Bianco Neige d’Or DOP 2020
Questa settimana visitiamo il territorio prealpino della Valle d’Aosta, entrando nel Rifugio del Vino della famiglia Charrère, progettato dall’architetto Domenico Mazza di Courmayeur. Siamo a Les Cretes, poco oltre Aosta, sulle colline a sud della Dora Bàltea, in direzione Monte Bianco. La cantina è un edifico che entra nel paesaggio con garbo, replicando le punte delle montagne con l’andamento del tetto e a sua volta è penetrato dal paesaggio grazie alle sue vetrate. Le origjni della famiglia Charrère risalgono alla Francia, trasferita poi ad Aymavilles nella seconda metà del 1700. Elena, Eleonora, con papà Costantino, oltre ad aver voluto questo progetto architettonico, proseguono l’esperienza vitivinicola valdostana alla ricerca delle uve autoctone, in molti casi vinificate in purezza. Nel rispetto della filosofia di nonno Antoine: esaltare i cru e la micro-zonizzazione oggi assolutamente contemporanea grazie alle UGA.
Les Crȇtes- Valle d’Aosta Bianco Neige d’Or DOP 2020
Vitigni autoctoni valdostani sono, ad esempio, la Premetta (Prié Rouge), il Fumin, portato all’attenzione nazionale nel 1999 grazie al premio Il sole di Luigi Veronelli, la sabla (dal nome di un terreno come lingua di sabbia), etichetta storica della famiglia Charrère. Fra i vini bianchi, Pinot Gris Brulant, Petit Arvine e Petit Arvine Fleur, Chardonnay e Chardonnay Cuvée Bois, i blend Mon Blanc e Neige D’Or che adiamo a degustare. La 2020, 14% Vol., è un’annata che potrà maturare ancora a lungo, con un colore giallo paglierino dorato intenso e che all’olfatto svela complessità con le due uve Petite Arvine al 60% e Pinot Gris 40%. Le altitudini delle vigne, fino a 700 m di altezza, restituiscono al calice freschezze inaspettate che derivano anche dalle forti escursioni termiche di queste montagne. Un naso minerale e floreale, senza soluzione di continuità libera anche note speziate grazie alla fermentazione in legno, fra botti da 30 hl e barrique di rovere francese. Palato ampio, suadente, non caldo, dalla lunga persistenza acida e finale decisamente di frutto maturo.
Abbinamento di mare: rana pescatrice in guazzetto
Abbinamento di terra: fontina d’alpeggio con pane valdostano di farina di segale, noci e fichi secchi