A Milano, al Bar Martini di Corso Venezia, la Sicilia si racconta in oro e bollicine, tra eleganza, visione e appartenenza. È qui che Donnafugata e Dolce&Gabbana hanno presentato Bollicina Gold, lo spumante metodo classico rosé da lungo affinamento — circa cinque anni sui lieviti — nato per celebrare l’arte dell’attesa e la bellezza delle radici. Un progetto che unisce due mondi, il vino e la moda, in una sola voce: quella di una Sicilia colta, creativa, contemporanea. Un sogno condiviso da Josè e Antonio Rallo con Domenico Dolce e Stefano Gabbana, nato nel 2019 e diventato negli anni un linguaggio nuovo per raccontare il Made in Italy nel mondo.
Abbiamo incontrato Josè Rallo per scoprire la storia, la visione e l’anima dietro questa “bollicina d’oro” che parla di luce, di tempo e di futuro.
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(in foto, Josè Rallo con Alfonso Dolce, amministratore delegato di Dolce & Gabbana)
Josè, Bollicina Gold è molto più di una nuova etichetta: rappresenta un punto di arrivo, ma anche un messaggio. Cosa racconta questo progetto di Donnafugata e della vostra collaborazione con Dolce&Gabbana?
Bollicina Gold nasce dall’incontro di due realtà che condividono le stesse radici e una visione comune: l’amore per la Sicilia, la creatività, la cura artigianale. Con Dolce&Gabbana ci siamo riconosciuti subito in valori profondi: autenticità, bellezza, ricerca. Il nostro è stato fin dall’inizio un dialogo naturale tra linguaggi diversi, quello del vino e quello della moda, che si sono incontrati in una narrazione unica, capace di raccontare la Sicilia con uno sguardo contemporaneo. Bollicina Gold è il culmine di questo percorso: un vino che celebra l’eleganza del tempo, la luce dell’isola e la bellezza come forma di verità.
Questo spumante metodo classico è frutto di una lunga attesa: cinque anni di affinamento sui lieviti, uve Nerello Mascalese raccolte nel 2019 sulle pendici dell’Etna. Com’è nato questo desiderio e cosa lo rende così speciale?
Tutto è cominciato nel 2019, quando Dolce&Gabbana ci propose di realizzare insieme uno spumante rosé che rappresentasse la Sicilia nel mondo. Volevano una bollicina complessa, elegante e in qualche modo unica, e proprio per questo l’affinamento doveva essere lungo. Abbiamo scelto il Nerello Mascalese, il vitigno che meglio esprime l’anima vulcanica dell’Etna, dove siamo arrivati nel 2016. È una viticoltura difficile, in quota, con clima mutevole e piogge improvvise, ma sa regalare profondità e mineralità straordinarie. Nell’attesa di questa bollicina abbiamo dato vita a una collezione di vini che raccontano la Sicilia contemporanea: il rosato Rosa, da Nerello Mascalese e Nocera, varietà che stava per estinguersi, lanciato subito dopo il lockdown e diventato in pochi giorni un successo travolgente; le edizioni limitate del Tancredi, il nostro rosso storico; l’Isolano bianco da uve Carricante e il Cuordilava, ancora da Nerello Mascalese, dedicato alla forza dell’Etna. Con Bollicina Gold chiudiamo idealmente questo cerchio: è un vino che celebra l’eleganza luminosa del tempo e l’identità vulcanica della nostra isola.
Oggi è il vero lancio di Bollicina Gold. Perché a Milano?
Milano è il luogo dove nascono i trend, e questa presentazione è simbolica: qui la Sicilia incontra la contemporaneità. Con Dolce e Gabbana condividiamo un amore infinito per la Sicilia e per la creatività. Loro hanno vestito le nostre bottiglie, noi abbiamo realizzato un vino all’altezza della loro visione. Una bollicina è un prodotto altamente artigianale: parte tutto da una vendemmia selettiva, dall’attenzione in ogni fase, dalla vigna al dégorgement, e da un tempo di attesa che è parte del suo valore.
Secondo i dati dell’Unione Italiana Vini, nel bimestre estivo 2025 l’export italiano verso gli USA è calato del 28%, nonostante sconti medi del 17%. In un momento di rallentamento dei mercati internazionali, come reagisce Donnafugata?
Negli Stati Uniti la situazione per noi è stabile, abbiamo mantenuto i numeri dell’anno scorso, ma il mercato ha cambiato fisionomia. È un segnale chiaro che invita a ripensare le strategie. E così guardiamo anche altrove: Canada, Messico, Sudafrica, mercati più piccoli ma dinamici, capaci di compensare i rallentamenti americani. Diversificare oggi non è più un’opzione ma una strategia, e soprattutto continuare a migliorare la qualità, perché solo così si costruisce una reputazione che dura nel tempo.
Per un’azienda italiana, farsi una reputazione in Italia è più facile che all’estero?
Sì, in Italia è più immediato, invece all’estero richiede tempo, relazioni e costanza. Siamo già soddisfatti della nostra presenza in Germania e in Svizzera, ma gli Stati Uniti, con i loro 360 milioni di abitanti, restano sempre una sfida straordinaria. Serve anche un Paese che comunichi meglio il proprio valore: il Made in Italy deve farsi traino dei nostri vini. E per farlo dobbiamo raccontare un’Italia viva, attuale, non polverosa. Dobbiamo avere il coraggio di mostrare come viviamo oggi, cosa gustiamo, cosa amiamo. L’Italia è stile di vita, e il vino ne è la voce più autentica.
Donnafugata è ormai un linguaggio che unisce arte, musica, letteratura e vino. Quanto conta l’estetica e quanto invece il messaggio culturale che portate nel mondo?
Dolce&Gabbana hanno portato nel mondo l’immagine di una Sicilia solare, viva e incantevole, la stessa che Donnafugata ama e rappresenta. La Sicilia oggi ha un potenziale turistico straordinario, non solo per le spiagge e il mare ma per la cultura e l’archeologia, tra le più ricche della Magna Grecia, per il barocco, per la musica e le feste religiose, per i suoi teatri e la sua luce. Dai templi di Agrigento al teatro greco di Taormina, dai mosaici di Monreale al barocco di Noto, fino all’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa, e alle isole di Pantelleria, Linosa e delle Eolie, è una Sicilia da vivere tutto l’anno, che vibra di identità e di meraviglia. Ed è con questa energia che vogliamo portare il mondo in Sicilia.
Con Dolce&Gabbana avete costruito una sinergia che va oltre la comunicazione. Come nasce e si alimenta questo dialogo tra due eccellenze siciliane?
È una relazione bellissima tra le famiglie Dolce e Rallo, fatta di amicizia, rispetto e affetto reciproco. Anche i nostri team lavorano fianco a fianco, trasformando le idee in progetti concreti. Quando ho visto per la prima volta le etichette di Rosa ho pensato: questa è Sicilia vera, ma anche Donnafugata. I due brand non si coprono, si amalgamano: colore, energia, creatività, identità pura.
Quali compromessi nel mondo del vino lei non accetterebbe mai?
Mai scendere a compromessi sulla qualità, neanche nei momenti di crisi. Se un vino non piace, il cliente non ritorna. L’etichetta deve essere la conferma della qualità, non la sua maschera. E la qualità, come dice mio fratello Antonio, nasce in vigna, dal singolo grappolo. La Sicilia ci aiuta con un clima che favorisce la sanità delle uve e maturazioni complete. C’è ancora molto da scoprire e valorizzare: una biodiversità unica al mondo, un mosaico di varietà che è la vera ricchezza del nostro Paese. E forse, alla fine, Bollicina Gold è proprio questo: un invito a credere nella bellezza che resiste al tempo, nel valore dell’attesa e in quella luce tutta siciliana che trasforma il vino in un racconto universale.
Un produttore in politica può essere un valore aggiunto?
Dipende dalla squadra che lo circonda. Mio fratello Antonio, ad esempio, è presidente del Consorzio Sicilia DOC: oltre a essere imprenditore, lavora al servizio della comunità dei viticoltori. Un consorzio è luogo di scambio e innovazione, vi nascono le migliori pratiche. Un ministro deve ascoltare, creare tavoli dove ogni territorio possa dire la sua. La domanda che dobbiamo porci è: vogliamo dare al Made in Italy un valore artigianale autentico? Sì o no? La Sicilia ha fatto passi avanti da gigante, ma serve unire risorse e investire insieme. Senza paura.
Degustazione, per la stampa e amici selezionati, del nuovo metodo classico nato in collaborazione con Dolce & Gabbana
Nel cuore di Corso Venezia, il cortile interno del Bar Martini, tra colonne, agrumi e luce, si è trasformato in un angolo di Sicilia barocca e senza tempo
Un carretto siciliano dai colori accesi diventa una piccola opera d’arte che ospita Rosa, il primo vino nato dalla collaborazione con la nota maison di moda
Gabriella Anca Rallo, fondatrice di Donnafugata con il marito Giacomo, accanto a un carretto siciliano dipinto a mano. Donna di classe e di carattere, custode della tradizione e dello spirito innovativo che hanno reso grande la Sicilia del vino

