Una mostra per celebrare l’Asti, il più antico spumante d’Italia, e il Moscato d’Asti, documentando l’evoluzione e la storia dell’omonima Docg. “Novant’anni di bollicine”, questo il titolo, ripercorre la storia dei produttori dell’Asti riuniti nel Consorzio. Ospitata a Palazzo Mazzetti fino al 16 ottobre, la mostra è un viaggio fra passato, presente e futuro della spumantistica piemontese, in attesa del 17 dicembre 2022, data in cui il Consorzio di Tutela festeggerà il prestigioso traguardo del suo 90esimo anniversario.
Uno spumante le cui origini risalgono alla metà del 1800, quando Carlo Gancia, tornato a Canelli da Epernay, inizia a produrre le prime bottiglie di quello che veniva chiamato Moscato Champagne e che, al di là delle critiche, ha saputo reinventarsi nella versione secca in risposta alla crisi delle vendite dell’Asti dolce tradizionale.
Curata da Pier Ottavio Daniele, l’esposizione apre uno spazio di riflessione non soltanto celebrativo, bensì utile a capire, anche attraverso uno storytelling emozionante, il contributo di crescita culturale ed economica che il Consorzio dell’Asti ha saputo offrire al comparto vitivinicolo e non solo. Senza dimenticare le iconiche campagne promozionali. Dalle prime immagini pubblicitarie ai poster di grandi artisti come Leonetto Cappiello e Armando Testa, dai Caroselli televisivi in bianco e nero degli anni ‘50 agli spot dei giorni nostri, ancorati nell’immaginario collettivo anche grazie al coinvolgimento di star di Hollywood e divi internazionali.
Una storia ricca di testimonianze che raccontano i valori delle centinaia di famiglie di viticoltori che da decenni coltivano l’uva Moscato Bianco, preservando colline dichiarate Patrimonio dell’Umanità Unesco, e di aziende che esportano in ogni angolo del mondo.