Con le temperature che in molte regioni superano i 40 °C, gli italiani cambiano bicchiere. Le abitudini estive si riorientano verso vini bianchi fermi e frizzanti, più adatti al clima, mentre i rossi corposi perdono terreno.
Secondo l’indagine Vinarius  (Associazione Enoteche Italiane) il 50% dei rivenditori indica i bianchi fermi come la scelta preferita dell’estate 2025; seguono i vini spumanti (25%), i rosé (16,7%), mentre i rossi pesano solo l’8,3% delle vendite stagionali. Il 41,7% degli esercenti segnala un calo nelle vendite rispetto al 2024, il restante 41,7% conta su volumi stabili, mentre solo il 16,7% registra una crescita.
Le preferenze cambiano assieme al clima. I consumatori cercano vini più freschi, poco alcolici, da bere con ghiaccio anche nel bicchiere. E nuovi riti si affermano: il vino servito freddo o il “vino in caraffa con ghiaccio” diventano segno di democratizzazione del gusto estivo, lontano dalle formalità del passato.
Il rapporto UIV‑Mediobanca segnala che, nel 2024, il settore vinicolo italiano ha registrato 8,1 miliardi di euro di export e nel 2025 è previsto un +0,9% nei ricavi dei bianchi, mentre i rossi rimangono sostanzialmente stabili. In Italia si consumano oggi in media 26,3 litri a persona l’anno, meno rispetto al passato, ma con una crescente attenzione verso etichette biologiche, vegane e sostenibili. Aumentano le bottiglie dal vetro più leggero, spesso trasparente o satinato, per evocare leggerezza e modernità.
Per affrontare questa stagione atipica, il settore si riorienta: ampliando linee di vini bianchi e spumanti, puntando su etichettature leggere, sviluppando segmenti come i vini low/no alcohol (già +31% di crescita nel 2024). Le cantine investono in tecnologie di vinificazione “cool” per preservare profumi e freschezza, mentre il marketing si adegua con packaging rinfrescanti e storytelling sul territorio d’origine. Crescono anche i formati alternativi: lattine da 250 ml, bag-in-box sostenibili, bottiglie da 0,375 per i pic-nic o il consumo on-the-go.
Il vino si fa liquido culturale, specchio di nuove esigenze e valori sociali. Per la generazione dei millennial, la convivialità estiva significa qualità rilassata, più spontaneità, meno cerimonia. I giovani prediligono vini che sposano salute, sostenibilità e identità territoriale. È il gusto fresco, leggero (il cosiddetto easy drinking) e sostenibile a dominare.
Quali le regioni più gettonate? Il Nord è in rimonta, ma il Sud conquista. Il Friuli Venezia Giulia rimane una delle roccaforti qualitative con Friulano, Sauvignon, Ribolla Gialla e Pinot Grigio. Le cantine del Collio e dei Colli Orientali continuano a trainare l’export e il consumo interno con etichette eleganti, fresche, minerali. L’Alto Adige è sempre più amato dai wine lovers urbani, grazie a bianchi di montagna come Gewürztraminer, Pinot Bianco, Kerner, Müller Thurgau, perfetti per l’aperitivo estivo. Sul podio anche la Campania: l’estate porta con sé il ritorno di Fiano di Avellino e Greco di Tufo, aromatici ma mai stucchevoli, con acidità e struttura, ideali anche per piatti di pesce elaborati. L’Abruzzo è in forte ascesa con il Pecorino, fresco e sapido, amato soprattutto nel Centro Italia e nelle enoteche estive delle località balneari. In Sicilia il Grillo, lo Zibibbo secco e il Catarratto vincono la sfida della leggerezza mediterranea. Aumentano anche i blend biologici e le versioni “orange wine”, per chi cerca qualcosa di diverso.
Lo stile che premia? I vini bianchi aromatici, ma non dolci: vince chi riesce a offrire profumi intensi senza appesantire il palato. Esempi: Sauvignon, Traminer, Malvasia secca. E crescono i low-alcol, le richieste di bianchi con gradazione contenuta (10–11%), soprattutto nei wine bar di città. Il trend si sposa con una ricerca di vivibilità, anche a pranzo o nel dopocena estivo. Per quanto riguarda le bollicine leggere, il confine tra bianco fermo e frizzante si assottiglia. Cresce il consumo di Pet-Nat, rifermentati in bottiglia e Metodo Charmat a base Glera, Trebbiano o Malvasia. Così come i bianchi da bere freddi, anche con ghiaccio: l’effetto “on the rocks” si affaccia anche su etichette giovani di Vermentino, Falanghina o Chardonnay non barricato.
Un caso emblematico: la rinascita del Trebbiano. Un tempo bistrattato, oggi il Trebbiano torna protagonista grazie a lavorazioni accurate e terroir diversi. Dall’Abruzzo (dove spesso è confuso con il Bombino) alla Toscana, è oggi il bianco che sorprende per rapporto qualità/prezzo, anche in versione macerata o affinata in anfora.
Il vino è pronto a reinventarsi: meno dogmatismi, più emozione e adattabilità. È un’estate da bere con leggerezza, e con sguardo attento al futuro del settore in vista dei nuovi dazi.