Il 3 settembre 2025, la Commissione Europea ha dato il via libera all’accordo di partenariato con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay), aprendo nuove prospettive per l’export vinicolo europeo.  Questo accordo rappresenta una risposta strategica alle sfide imposte dai dazi statunitensi e un’opportunità per diversificare i mercati di sbocco per il vino italiano. 
Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (UIV), ha accolto con favore l’intesa, definendola “un’importante opportunità di business”. 
Attualmente, le tariffe per l’importazione di vino verso Argentina e Brasile si aggirano intorno al 27%.  Con il Mercosur è previsto un abbattimento progressivo di questi dazi, facilitando l’accesso ai mercati sudamericani.  Frescobaldi sottolinea l’importanza di diversificare i mercati di sbocco, soprattutto in un periodo in cui il mercato statunitense è caratterizzato da dazi elevati e incertezze politiche. “L’apertura al Mercosur è un segnale importante in favore del libero mercato proprio in un periodo in cui sembrava se ne fossero perse le tracce. Questi sono gli accordi commerciali che ci piacciono”, commenta.
L’adozione della Commissione riguarda anche il Messico (già in regime tariffario dello 0%) con un wine agreement volto a semplificare regole non tariffarie e dare maggior protezione alle indicazioni geografiche.
Secondo l’Osservatorio Uiv, il Brasile – primo buyer tra i 4 Paesi Sudamericani – ha chiuso il primo semestre con una crescita tendenziale in valore degli ordini di vino italiano del 5,5%, a 18,5 milioni di euro con i fermi/frizzanti a +8,5%. Le importazioni di vino europeo dal Brasile hanno raggiunto nel 2024 i 190 milioni di euro, in incremento del 41% negli ultimi 5 anni. In un mercato che anche per effetto dei dazi è dominato dal produttore cileno (186 milioni di euro) e dai vini argentini (90 milioni), il primo fornitore è il Portogallo (75 milioni di euro), seguito dalla Francia (50 milioni) e dall’Italia con 40 milioni di euro. Numeri questi destinati a crescere considerevolmente in virtù del possibile progressivo azzeramento di un dazio che oggi pesa per il 27%. 
L’accordo con il Mercosur si inserisce, quindi, in una strategia più ampia dell’Unione Europea per diversificare i Paesi di esportazione e ridurre la dipendenza da singoli partner commerciali e offre al vino italiano un’opportunità strategica per crescere e consolidarsi su nuovi mercati, rafforzando la sua posizione a livello globale. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare la sua attuazione e garantire che le clausole di salvaguardia siano effettive per proteggere i produttori europei da eventuali distorsioni del mercato.