In attesa della conferenza stampa con le previsioni vendemmiali ufficiali, in programma martedì prossimo 24 settembre, proviamo a tirare le prime somme con cinque realtà vitivinicole di primo piano in altrettanti territori, tra Nord e Centro Italia: dall’Alto Adige con Cantina San Michele Appiano alla Franciacorta con Montina, dai Colli Berici con Cà Rovere alla Toscana tra Chianti Classico con Vallepicciola e l’Alta Maremma con Ampeleia.
Fil rouge: una quantità sotto la media, ma grande qualità delle uve nonostante l’instabilità climatica, caratterizzata soprattutto al Nord da forti precipitazioni.

Il viaggio inizia dall’Alto Adige, alle porte di Bolzano, dove proprio in questi giorni prende il via la vendemmia della cantina San Michele Appiano, realtà cooperativa (raccoglie 340 famiglie di viticoltori per 380 ettari vitati) che ha saputo distinguersi con vini di alto profilo grazie al talento di Hans Terzer, enologo interno dal 1978. È il suo allievo successore Jakob Gasser che fa il punto della situazione e dichiara: «Abbiamo atteso un calo di temperatura importante per iniziare a vemndemiare, ideale per mantenere intatte acidità e freschezza delle nostre uve. Grazie al lavoro e all’impegno dei nostri soci, siamo riusciti a ottenere grappoli belli e sani anche in un’annata difficile, soprattutto a causa delle forti piogge che non hanno dato tregua fino a luglio. La resa quest’anno potrebbe essere leggermente sotto la media, in termini di quantità: il maltempo durante la fioritura ha reso i grappoli meno compatti, ma la qualità è eccellente, ed è questa la filosofia che da sempre ci contraddistingue».


Ci spostiamo ora in Franciacorta, a Monticelli Brusati, verso il lago d’Iseo, con Montina, storica azienda vitivinicola della famiglia Bozza. «L’annata 2024 in Franciacorta è stata complicata da un clima difficile, con piogge primaverili e caldo estivo che hanno richiesto l’esperienza dei viticoltori per gestire la raccolta. Nonostante la minaccia della peronospora e un temporale con grandine, la qualità delle uve è promettente, sebbene la produzione sia inferiore rispetto al 2023. Il metodo di potatura Simonit & Sirch ha contribuito a migliorare la salute delle viti, garantendo uve sane e di ottima qualità, in particolare per il Pinot Nero», dichiara il presidente Michele Bozza.


Per Ca’ Rovere, cantina situata nel cuore dei Colli Berici, le ricorrenti piogge durante il 2024, soprattutto in primavera, hanno sviluppato una migliore qualità delle uve e una maggiore quantità del raccolto. «La pioggia ha reso l’anno instabile e quindi ha comportato un incremento del lavoro in vigna per mantenere sano il frutto», afferma Marco Biasin, responsabile della produzione. «La nostra vendemmia è partita a fine agosto con il vigneto storico di Chardonnay, dal quale provengono le uve utilizzate per il Blanc de Blancs e la Cuvée del Fondatore, e proseguirà a metà settembre con la Garganega. Tra le novità introdotte quest’anno, un nuovo metodo di raccolta consistente nell’utilizzo di cassette più piccole, contenenti circa 20-25 chili di uva, in modo da evitare di diraspare l’uva e per portare in pressa direttamente i grappoli interi».


In Toscana, la vendemmia ha preso il via nella seconda metà di agosto, come testimonia Alessandro Cellai, enologo e direttore generale di Vallepicciola, nel Chianti Classico: «La qualità delle uve al momento è eccellente. Le prime vasche di Pinot Nero, attualmente in fermentazione, si presentano con un profilo aromatico straordinario e con una complessità che ci lascia sperare in vini di grande equilibrio e longevità. La maturità fenolica delle uve ancora in vigna sta procedendo in maniera ideale». Cellai da una stima generale prevede un aumento complessivo del 5-8% rispetto all’annata 2023, soprattutto in virtù dei nuovi vigneti che sono entrati in produzione.


Anche ad Ampeleia, sulle rocce vulcaniche di Roccatederighi, nella selvaggia Alta Maremma dove l’uva convive con il bosco, la vendemmia è iniziata il 20 agosto a 300 metri sopra il livello del mare. La Pieve è la vigna più lontana dalla sede principale dell’azienda. «Confinante con oliveti e boschi, è la casa dell’Alicante Nero e del Carignano, una delle uve che ci daranno il Rosato di Ampeleia», afferma Marco Tait, vignaiolo di Ampeleia sin dalla vendemmia inaugurale del 2002. «Nel resto dei filari, invece, c’è ancora da attendere: il Cabernet Franc ha bisogno di tempo. Sta maturando, cullato con gentilezza dalla brezza che qui, a Roccatederighi, non manca mai del tutto. La raccolta terminerà, probabilmente, nella seconda metà di settembre; e intanto, in cantina, il mosto è in fermentazione. Quest’anno l’uva è senza dubbio molto bella: seguiamo la sua evoluzione».