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di Thomas Coccolini Haertl

 Bosio Franciacorta Extra Brut Rosé DOCG 2016

Questa settimana introduciamo anche uve rosse, rimanendo spumeggianti; siamo in Franciacorta, DOCG dal 1995, un’area estesa su 2.900 ettari coltivati a Chardonnay, Pinot nero e in minima parte a Pinot bianco ed Erbamat. Il territorio a sud del Lago d’Iseo è suddiviso in 19 comuni nella provincia di Brescia, con un suolo di origine morenica. Già nel 1570 il medico bresciano Girolamo Conforti descriveva la tecnica dei vini a fermentazione naturale in bottiglia, briosi con le loro bollicine, nel suo testo Libellus de vino mordaci. E nel cuore di Corte Franca, a est di Timoline, sotto la Riserva Naturale Torbiere del Sebino, incontriamo Bosio, fondata dal nonno Girolamo. Dal 1998 l’azienda è condotta dalla terza generazione: Laura che si dedica alla parte commerciale e Cesare Bosio, agronomo. Con loro inizia un processo di trasformazione e incremento delle superfici vitate, fino agli attuali 20 ettari. Le etichette sono 8, fra cui il tipico Satèn di questa Denominazione e ben tre Riserva, oltre ai classici Curtefranca DOC Bianco e Rosso.

 

Bosio Franciacorta Extra Brut Rosé DOCG 2016

Nel progetto di Cesare Bosio, il B.C. Riserva 2013 Dosaggio Zero entra in quel mondo degli spumanti e champagne dalla lunghissima, preziosa sosta sui lieviti, in questo caso 10 anni. Per gli amanti delle bollicine di grande complessità espressiva, con quelle note anche delicatamente ossidative e di frutta candita che regalano sensazioni da mettere a memoria. Questo millesimato rosé da uve Pinot nero 100%, con sosta sui lieviti poco oltre i 30 mesi, è uno spumante non semplice, ma di grande versatilità. Di colore rosa pallido, la cosiddetta buccia di cipolla (o cipria), concede immediate finissime bollicine dalla lunga persistenza al palato. L’olfatto è ricco dei colori dell’uva rossa fra frutti di bosco e delicati accenti agrumati liberati grazie al basso dosaggio che è un po’ la firma di Cesare Bosio, seppure le sue uve mature, mai taglienti, fanno della verticalità un percorso, non un fine. Al palato si presenta complesso, persistente, ricco di quel bouquet descritto al naso che qui diviene anche gastronomico, oltre che di impronta minerale sempre fresca.

 

Abbinamento di mare: tartare di tonno e capperi

Abbinamento di terra: Faraona ripiena alla bresciana