Approvata a larghissima maggioranza dall’assemblea dei soci del Consorzio Vino Chianti Classico la lista delle Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) per continuare il percorso di valorizzazione delle caratteristiche distintive del Gallo Nero. Un progetto di modifica del disciplinare della denominazione che prevede due importanti novità. La prima proposta riguarda la suddivisione del territorio di produzione del Chianti Classico in aree più ristrette e omogenee per arrivare a indicare in etichetta il nome del borgo o del villaggio, consentito dalle norme nazionali ed europee. In questa prima fase le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione. L’obiettivo è rafforzare il binomio vino-territorio, consentendo al consumatore di conoscere la provenienza delle uve. Motivo per cui sono state individuate e delimitate alcune aree distinguibili in base a criteri specifici quali la riconoscibilità enologica, la storicità, la notorietà e la significatività in termini di volumi prodotti: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (comprensivo dei territori di Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), Vagliagli.
“E’ il territorio che fa la differenza: è da sempre uno dei nostri motti preferiti”, afferma Giovanni Manetti, presidente del Consorzio. “Quello del Chianti Classico è un territorio davvero unico, coperto per due terzi da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura, che oggi per oltre il 50% segue i dettami dell’agricoltura biologica. Un territorio capace di esprimersi al massimo in tutte le declinazioni del Gallo Nero. Il vino, come spesso ho affermato in questi tre anni del mio mandato da Presidente, rispecchia il luogo dove nasce come un’immagine fotografica in negativo, e per questo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore, nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta”.
La seconda proposta di modifica approvata concerne l’uvaggio del vino Chianti Classico Gran Selezione, in base alla quale cresce al 90% la percentuale minima di Sangiovese utilizzabile e scompaiono, in caso di blend con altri vitigni, quelli internazionali: saranno ammessi solo gli autoctoni a bacca rossa fino a un massimo del 10%. Una modifica importante considerato che ad oggi le tre tipologie (Annata, Riserva e Gran Selezione) prevedono l’80-100% di Sangiovese e fino al 20% massimo di vitigni a bacca rossa autorizzati, autoctoni e/o internazionali. Sulla Gran Selezione si punta a rafforzare il legame con un territorio unico connotando di maggiore identità le bottiglie.
Tipologia Gran Selezione, introdotta con l’ultima revisione del disciplinare di produzione del 2013, che è prodotta oggi da ben 154 aziende per un totale di 182 etichette e rappresenta circa il 6% dell’intera produzione di Chianti Classico. Recentemente, proprio con questa tipologia, il Chianti Classico ha ottenuto il suo primo 100/100 (CeniPrimo 2018 di Ricasoli) da parte del critico internazionale James Suckling.