Due le case history selezionate da Agivi  per il wine2wine di Veronafiere per rappresentare innovazione e vision dei giovani imprenditori vinicoli italiani under 40 di Unione italiana vini. Un’etichetta premium che fa da pioniere in lattina, il “canned wine” della Cantina Zai di Verona, e un vitigno in grado di sopportare naturalmente gli attacchi fungini, come peronospora e oidio, il “Solaris” della Cantina Roeno. “Le nuove generazioni hanno l’attenzione, le risorse e le competenze per fare in modo che la sostenibilità diventi una priorità, una prassi e un driver per il business – ha spiegato Violante Gardini Cinelli Colombini –. Come associazione, Agivi sta lavorando perché si riesca a fare squadra e valorizzare ciò che i nostri soci già adottano con successo nelle loro aziende, facendone circolare le best practice. I giovani professionisti nel settore agricolo, e in particolare del vino, hanno scommesso su dinamiche di impresa sempre più green ed eque, ma senza rinunciare al profitto, e le storie presentate ieri dimostrano il successo di questa strategia”.
Il vino Repanda Solaris – già vincitore del premio speciale packaging “Ambiente & Sostenibilità” alla 25^ edizione di Vinitaly Design International Packaging Competition – è frutto dell’impegno della Cantina Roeno a salvaguardare la natura e la biodiversità del suo territorio, rinunciando all’uso di anticrittogamici, insetticidi e diserbanti. “Il Solaris è un vitigno Piwi, nato da incroci di diverse varietà di vite, un esperimento che ci consente di osare e rinnovare, senza mai perdere il contatto con il territorio e il savoir faire che la nostra azienda ha costruito”, spiega la responsabile marketing e comunicazione di Roeno, Martina Centa. Un incrocio che oltre a resistere alle malattie fungine sopporta bene il freddo (questa varietà resistente è coltivata anche in Svezia).
Un ponte tra soluzioni di frontiera e know how che collega anche l’iniziativa della cantina veronese Zai, acronimo di “Zona Altamente Innovativa”, nome con cui l’azienda ha ribattezzato la storica Zona Artigianale Industriale di Verona in cui ha avuto origine. “Abbiamo voluto ‘travasare’ la qualità del nostro prodotto in lattina, lanciando la sfida dei super premium in un mercato in espansione come quello dei canned wine – ha spiegato Gabriele Stringa, socio e partner della Urban Winery –. È un progetto ambizioso, ma che intercetta un orientamento sempre più diffuso in Nord America e in alcuni Paesi dell’Europa continentale, di particolare tendenza sul segmento giovani. Una proposta che ci consente di lavorare sia sulla sostenibilità dei materiali, come l’alluminio, che è riciclabile all’infinito, sia sulla diversificazione del mercato, mantenendo alta l’attenzione alla qualità”.