Su Famiglia Cristiana di questa settimana parliamo di vino e salute, uno dei temi caldi in questo periodo e tra i dibattiti che hanno animato la cinquantacinquesima edizione di Vinitaly.
Ma il vino fa bene o fa male? Se bevuto con moderazione è salutare e se ne possono trarre benefici per l’organismo. Lo dicono il medico e rettore veronese Pierfrancesco Nocini e il nutrizionista Giorgio Calabrese, facendo riflettere sugli effetti positivi del consumo moderato in un momento storico difficile dopo la la decisione irlandese di inserire in etichetta i cosiddetti health warning (rischi per la salute). Il via libera dell’Ue potrebbe aprire un pericoloso precedente per una normativa comunitaria fuorviante ed eccessivamente allarmistica nei riguardi dei consumatori. La decisione del governo irlandese non tiene minimamente conto delle sostanziali differenze tra vino e superalcolici quanto a quantità, contenuti e gradazione alcolica.
“Siamo preoccupati che questo sia il viatico per allargare l’ipotesi di etichette con la dicitura ‘Il vino nuoce gravemente alla salute’, sul modello di quelle anti tabacco. È un approccio ideologico contro un alimento che a pieno titolo rientra nella dieta mediterranea e nella sua storia plurimillenaria”, dichiara Christian Marchesini, presidente del Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella, che insieme a Regione Veneto ha organizzato l’incontro. “Trasferire in altri Paesi la cultura del Nord Europa, dove si registra un consumo smodato di alcol, è inaccettabile da parte dell’Italia, primo produttore mondiale di vino. C’è in gioco il made in Italy, la nostra reputazione e quella dei nostri prodotti agricoli, che non hanno alcol industriale”.
Giorgio Calabrese, lo scienziato che ha valutato il vino alimento liquido come l’olio e il latte, nel suo intervento sulla dieta mediterranea ricorda che il vino è per l’85% acqua, con una parte di alcol, ma anche di polifenoli e altre sostanze. Un bicchiere ai pasti non fa male e non fa venire il cancro. Il vero problema sono i superalcolici dove c’è tanto alcol in poca quantità, oltre a tanti alcoli superiori che nel vino non ci sono. “Bastano un consumo moderato e pochi accorgimenti intelligenti”, spiega Giorgio Calabrese, presidente del comitato nazionale sulla sicurezza alimentare del ministero della salute. “Innanzitutto le fasce di età, che non devono essere basse perché la maturità epatica ed enzimatica inizia tra i 18 e I 21 anni. Anche se bevo birra e non ho gli enzimi ho un problema di non metabolizzazione, con l’alcol che resta nel sangue, fa danni e contribuisce al fegato grasso. Il mio consiglio è di non bere vino a digiuno, ma sempre mangiando. Prima dei pasti è opportuno togliersi la sete con uno o due bicchieri di acqua per stimolare i succhi gastrici. Il vino, che è ricco di antiossidanti, va assaporato, mangiato ”.
Fra le novità del Vinitaly appena concluso, il lancio dello spumante analcolico da dealcolazione dell’uva glera di Mionetto, storica realtà leader del Prosecco. “C’è molto interesse intorno a questa novità pensata per donne in gravidanza, per i giovani che non sono ancora nella fascia di età consigliata per bere vino e per chi deve mettersi alla guida ma non vuole rinunciare al piacere della convivialità regalata da una bollicina. O anche semplicemente per continuare a bere dopo che si è già bevuto ”, spiega l’enologo Alessio Del Savio.