Il Prosecco, quello vero, è italiano. L’Europa dà ragione all’Italia e tutela il made in Italy.
Al Parlamento europeo passato l’emendamento anti-Prosek, il vino passito croato al centro da tempo di accese polemiche perché nel nome richiama il Prosecco prodotto in Veneto e Friuli Venezia Giulia inducendo il consumatore in errore. Sono vietate le denominazioni che si rifanno con evidente italian sounding al prodotto italiano.
Rafforzate anche le regole su Dop e Igp. In totale sono stati approvati 46 emendamenti. Il nuovo testo prevede per i prodotti Dop e Igp di indicare in etichetta il nome del produttore e, per i soli prodotti Igp, l’origine della materia prima principale se proviene da un paese differente rispetto allo stato membro in cui è prodotta.
Per il governatore del Veneto Luca Zaia: “Finalmente un segnale positivo che frena la voglia di conquista e distruzione identitaria delle nostre produzioni tipiche che portano in giro per il mondo il Belpaese e devono poterlo fare senza confusione di sorta. In caso contrario si sarebbe creato un precedente pericoloso”.
Il pericolo di tenere disancorato il vino dal sistema di protezione dei prodotti di qualità è stato scongiurato e questa è la vittoria più importante ma non l’unica. La Riforma permetterà di fare passi avanti notevoli in materia di protezione delle denominazioni in ambito internazionale, di chiarimento delle regole produttive sui vini a Igt e di semplificazione delle procedure relative ai disciplinari”, sottolinea Unione italiana vini (Uiv), l’associazione che rappresenta l’85% dell’export italiano di vino.
Ora l’iter prevede, prima dell’estate, la discussione in sede plenaria del Parlamento europeo ed entro l’anno gli incontri del trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) per approvare definitivamente il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità.