La vigna diventa luogo di incontro oltre che di lavoro. Dall’home delivery al vineyards delivery, passando per aperitivi al tramonto, pranzi, cene, picnic, concerti, passeggiate a piedi, a cavallo o in bici, tutto rigorosamente fra i filari, nel periodo più caratteristico dell’anno, dalla maturazione del grappolo alla vendemmia, fino al rosseggiare delle foglie. La vigna catalizzatore di tendenze ed elemento aggregatore del territorio per un turismo che è sempre più di prossimità e di qualità. Questo il senso di “Vigneti Aperti”, il nuovo format, come lo era a suo tempo Cantine Aperte, presentato oggi dal Movimento Turismo del Vino della Lombardia su piattaforma Zoom per promuovere l’enoturismo e le attività all’aperto nei vigneti. Un contenitore che viene aggiornato settimanalmente con tutte le iniziative di ogni singola cantina, più alcune coordinate dall’associazione stessa, per offrire sotto un marchio riconosciuto, quello del Movimento Turismo del Vino, visibilità e continuità alle proposte di accoglienza. Si inizia con il week-end del 20 giugno in alcuni territori della Lombardia (http://www.mtvlombardia.it), con inaugurazione ufficiale del format nella storica corte della cantina di Quistello, nel Mantovano, e si continuerà fino al 9 novembre aggregando anche altre realtà intorno all’iniziale proposta lombarda. Il primo territorio non lombardo ad avere aderito è il Gavi, ma altri se ne stanno via via aggiungendo. 
“In questi mesi ci siamo chiesti per prima cosa come accogliere in maniera sicura gli appassionati che sono sempre venuti a trovarci e con le le Donne della Vite e WineHo abbiamo elaborato un vademecum di buone pratiche di sicurezza per l’accoglienza e l’ospitalità, che va ad arricchire il quadro complessivo dedicato al lavoro in sicurezza nelle aziende vitivinicole ai tempi del Covid-19. Ora abbiamo creato un contenitore di eventi che noi cantine inaugureremo il week-end del solstizio d’estate e che proseguirà fino a San Martino. All’inizio si navigava a vista, adesso le aziende stanno capendo l’importanza del progetto e stanno aderendo con entusiasmo. Nei nostri palinsesti ci saranno tutti i loro eventi più un evento specifico che abbiamo chiamato Evento di Vigneti Aperti, una degustazione entry level di tre vini più assaggi di prodotti tipici con passeggiata in vigna e story stelling, al costo di 20 €, che metteremo in vendita su tutte le piattaforme. Chi è più bravo riuscirà a visitarne tre di aziende vicine in una giornata e magari spenderà 60 €, ma farà tre degustazioni diverse conoscendo altrettante realtà e facendosi quindi un’idea più precisa di una denominazione o del lavoro di  un territorio. Sabato prossimo inaugureremo Vigneti Aperti nella corte storica della cantina di Quistello, che ha accettato la nostra sfida e farà una cena con gli chef della zona. Se si riesce a dare continuità alle proposte, si crea un indotto”.
Necessità di ripartire e far ripartire l’economia. “Nell’ambito dell’iniziativa 100 aziende in 100 giorni lanciata da Regione Lombardia mi sono proposto di visitare le aziende agricole lombarde per raccogliere proposte, critiche e idee per affrontare meglio la ripartenza. Oggi visitiamo Lugana e Valtenesi”, spiega l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi. “I dati sono positivi, si vedono i primi turisti tornare, c’è una timida richiesta dalla Germania. Abbiamo la necessità di sfruttare meglio alcune iniziative che fino a ieri abbiamo magari considerato secondarie, come l’enoturismo, quelle attività connesse alla produzione del vino, che oggi la vicenda Covid-19 ha messo invece in primo piano. La gente ha bisogno di esperienze turistiche in contesti rurali, rilassanti, sicuri. C’è esigenza di un turismo di prossimità e le nostre vigne, i nostri laghi, le nostre campagne, le nostre montagne offrono questo. Nelle prossime settimane lanceremo l’iniziativa Io bevo lombardo con il contributo di 3 milioni di euro che mettiamo per rilanciare i consumi sul piatto di ristoranti, winebar, bar, per incentivare l’acquisto dei vini delle cantine lombarde, doc e igt in particolare, per sostenere i consumi e legare ristorazione e produttori. Servono anche altre misure, da una parte di aiuto alla produzione e dall’altra a contenere la produzione stessa per evitare un eccesso che possa compromettere il valore. In questa fase è fondamentale l’ottimismo”.
Vigneti aperti sarà il futuro. Ne è convinto anche il giornalista Maurizio Pescari, che commenta: “Cantine Aperte la sua vita l’ha fatta grazie a imprenditori attenti e illuminati. Ormai le cantine aperte sono aperte tutto l’anno, anzi alcune sono chiuse il giorno di Cantine Aperte per evitare assembramenti. Era il momento di ridare un valore culturale al lavoro che uomini e donne stanno facendo in tutta Italia. Era il momento di tornare a parlare di vino e vedere dove nasce, cioè in campagna. Nel corso degli anni Cantine Aperte è diventato più un’enoteca aperta che una cantina aperta. Le enoteche aperte delle diverse aziende avevano sempre maggiore spazio perché era una giornata importante per fare cassa. Non dico che non sia importante guadagnare, ma non al prezzo di perdere il valore culturale dello sviluppo della conoscenza. Cantine Aperte ha 26 – 27 edizioni al suo attivo. Ci sono ragazzi che sono nati e cresciuti con questo evento, non hanno vissuto quello che c’era prima. Questi ragazzi hanno bisogno di tornare a capire cos’è la campagna e il lavoro in campagna e magari decideranno di studiare agronomia o viticoltura. Qualora un giorno dovessi avere un amico astemio lo porterei con me in un vigneto, non in cantina, per fargli amare il vino. Il Covid-19 ci ha mostrato che ci vuole il distanziamento, ma in campagna questo è naturale, le viti sono già di per sé alla distanza giusta. Ecco attacchiamoci a un ceppo di vite e siamo sicuri di mantenere la distanza e rispettare il prossimo”.
Pone l’accento sulla bellezza Valeria Fasoli, presidente dell’Associazione Donne della Vite: “Portare persone nel vigneto è il lato più emozionante di questo lavoro. Un enoturista si entusiasma. Il vino è un insieme di persone, territori e paesaggi che si incontrano. Le nostre vigne devono essere belle, non create a caso. L’agronomo quando realizza un vigneto o modella quello che c’è di esistente deve farlo bene. Il vigneto è un elemento agricolo impattante. La nostra idea è coltivare un vigneto in armonia con l’ambiente, con il paesaggio e che in esso si fonda. Entra in gioco anche l’estetica, nella scelta dei materiali, dei colori, nelle forme di allevamento, nell’orientamento dei filari, nella modalità di lavorare il terreno. Dobbiamo creare vigneti che sono giardini, luoghi di ritrovo. A volte ho visto vigneti non troppo edificanti”.
Importante è creare sinergie tra tour operator e cantine, condividere le forze. “Il vino e il turismo devono cooperare in maniera intelligente, cercando di coinvolgere nelle loro proposte diversi target di turisti, non solo i singoli appassionati di vino. Bisogna avere appeal per le famiglie, offrire alternative per i figli, gli astemi. La proposta deve essere a 360 gradi, inclusiva e deve vendere esperienze di vario tipo, emozioni positive”, commenta Paola Frigerio di Frigerio Viaggi. “La gente ha bisogno di bellezza, di goderne. Si sente la necessità di un turismo di prossimità. Chi che è rimasto in casa quattro mesi ha abbisogno di respirare all’aria aperta. La Lombardia e tutto il Nord Italia hanno una grande popolazione di viaggiatori. I nostri tre aeroporti milanesi, insieme a Bologna, Verona e Torino servono i tre quarti dei charter per le destinazioni straniere. Bisogna catturarli questi turisti, reinventandosi con contenuti validi. Il Covid-19 ha ampliato l’interesse non solo per la cantina e il prodotto tipico, ma per la campagna e il territorio. Una sfida che dobbiamo cogliere”.