Come ogni anno sarà un Natale all’insegna delle bollicine. Ma con una discrepanza tra dati a valore e volumi. Perché se da un lato non si registrano cali nelle vendite, che sono in linea con lo scorso anno, grazie all’online, dall’altro cala la capacità di spesa dei consumatori, che si orientano su bottiglie di minor prezzo. Dove minor prezzo non è detto che sia sinonimo di vino scadente, perché si possono trovare bottiglie eccellenti in ogni fascia – basta saper scegliere, anzi alle volte comprare una bottiglia di prezzo minore ma ottima rivela le doti di conoscenza di chi fa l’acquisto, che non vuole giocare facile -. C’è anche da dire che non sempre si ha voglia di bere “troppo” impegnativo. Detto questo però, comprare online non è per tutti, o meglio comprare bene online, perché per spendere “poco”, anzi il giusto visto che tanti vini sono veramente fuori prezzo e mercato, bisogna conoscere quel territorio e le cantine che lavorano con qualità  e ponderare l’acquisto. Andare a caso non aiuta. Comprare una bottiglia online di basso prezzo solo per bere qualcosa nelle festività, poco importa cosa sia, non fa onore né al mondo del vino né al consumatore sprovveduto. Invece impiegare la stessa cifra a disposizione per un’ottima bottiglia in quel dato range di spesa può essere una soddisfazione. Passato questo periodo, sarà possibile anche visitare quella cantina e approfondire il discorso iniziato online. Quindi, quando non siete sicuri lasciatevi consigliare da un amico degustatore, da un sommelier, da chi ha un minimo di esperienza nel settore: sarà gratificante per entrambi. Garantito.
E ora passiamo ad alcuni dati. Il risultato, secondo le stime sui consumi di bollicine nelle prossime festività rilasciate oggi dall’Osservatorio del Vino di Unione italiana vini (Uiv) e da Ismea, è in linea con lo scorso anno sul fronte dei volumi, con 273 milioni di bottiglie tricolore vendute nel mondo sotto le feste (+1,3% sul 2019) di cui quasi 74 milioni in Italia (-2,3%), per un totale su scala globale di oltre 1,6 miliardi di calici made in Italy alzati. Diverso invece il trend a valore, segnalato complessivamente in contrazione del 9% tra domanda interna ed estera.
In Italia, invece, i consumi sono in leggera flessione. Saranno oltre 77 milioni le bottiglie di bollicine consumate in Italia tra Natale e Capodanno, ma di queste solo 3,5 milioni saranno importate. Complessivamente a Natale e Capodanno si stapperà un po’ meno (-2,8%) ma soprattutto per effetto del calo degli sparkling d’importazione (-12,5% meno del 5% del totale), con lo spumante italiano a -2,3% (quasi 74 milioni di bottiglie). Va meglio l’export tricolore, in crescita del 2,7% con quasi 200 milioni di spumanti italiani prossimi al consumo. Secondo il forecast Uiv-Ismea, le prossime feste varranno circa il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia, grazie alle vendite in Gdo e nei canali off-trade che terranno a galla un mercato del fuori casa in coprifuoco. Un effetto sostituzione della domanda italiana che se da un lato mitiga notevolmente la variazione in volume, in valore potrebbe creare al sistema una flessione del fatturato di oltre il 12%, previsto a circa 199 milioni di euro. La produzione totale di spumanti tricolore nel 2020 si dovrebbe confermare sugli stessi livelli dello scorso anno, a 776 milioni di bottiglie a fronte di un mercato d’importazione che non arriva a 10 milioni di pezzi (-12,5%). L’incidenza dell’export a volume supera il 73% e quest’anno ha premiato soprattutto le denominazioni export oriented, mentre quelle a metodo classico, il cui mercato è più indirizzato all’horeca italiana, hanno avuto maggiori problemi.