Inaugurata l’enoteca regionale di Albugnano, quindicesima in Piemonte, con il duplice obiettivo di promuovere l’enogastronomia e il turismo nel paesaggio rurale, culturale e artistico compreso fra il nord astigiano e la collina torinese. Una casa del vino, dove imparare a conoscere ed apprezzare le diverse anime dell’Albugnano Doc, per l’85% da uve nebbiolo, e degli altri vini a denominazione di origine dei 25 produttori soci dell’enoteca: la Freisa d’Asti, quella di Chieri Doc, la Malvasia di Castelnuovo Don  Bosco Doc e la Barbera d’Asti Docg, per citarne alcuni. Un luogo dove degustare vini ma anche ufficio turistico, insieme al punto informativo del romanico.

                                                                       

“Questo momento non deve essere un traguardo ma un punto di partenza”, commenta Giancarlo Montaldo, presidente dell’enoteca regionale. “Quello fatto finora è un centesimo del risultato che possiamo ottenere. Dobbiamo avere obiettivi ancora più ambiziosi. Credo che questa zona possa diventare di primissimo livello in Piemonte. Ho iniziato a occuparmi di enoteca regionale nel 1987 e mi sono fatto un’idea precisa di questo organismo. Oggi sono felice che la Regione Piemonte abbia dato alle enoteche regionali delle linee operative che sono vicine al mio pensiero. Fondamentalmente un’enoteca regionale deve occuparsi di tre cose: primo, diventare un punto di riferimento per i produttori di un territorio, essere di stimolo nella ricerca sempre maggiore della qualità ma anche nella capacità organizzativa, trovando orizzonti comuni; secondo, coinvolgere e informare tutti coloro che arrivano sul territorio, perché c’è fame di conoscenza di nuovi prodotti; terzo, mettersi al servizio della stampa, creare informazioni. Su questi obiettivi abbiamo lavorato in questi ultimi due anni e mezzo, un passo dopo l’altro senza esagerare, come è nello stile piemontese”.
“Oggi si svolgeva in concomitanza un altro evento di primo piano dedicato al Nizza con sessanta produttori. Io ho rinunciato al bicchiere di Barbera per iniziare la giornata con un buon Albugnano per darvi la possibilità di dire che ci siete anche voi”, esordisce Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura. “L’enoteca di Albugnano nasce grazie al turismo, che ha creato la possibilità di ristrutturare questo ambiente dove oggi ci troviamo. Turismo e agricoltura stanno creando l’enogastronomia. Oggi le esigenze dei turisti sono invertite, prima si va alla ricerca del ristorante e poi del castello e del borgo da visitare. Stiamo perdendo strada sulla parte industriale e dobbiamo recuperare con l’economia agricola, che, secondo me, avrà un’opportunità importante. I nostri agricoltori devono sapere che con l’economia agricola si può vivere, e non soltanto sopravvivere. Occorre la diversificazione, puntare su diversi aspetti  per creare un prodotto economico che funzioni”. Continua: “Voi siete una realtà  spalmata su quattro comuni, con poco più di venti produttori alla base, dovete essere sempre più presenti. Nelle enoteche si gioca la scommessa del futuro. Domani spero di vedere più scaffali, che aumentino i prodotti del territorio affinché l’enoteca diventi un vero punto di riferimento di tutto quello che il territorio offre. La Regione sostiene la promozione, compresi i distretti del cibo. È vero che ci sono i grandi eventi costruiti per dare visibilità nel mondo ai produttori, ma ci sono anche i micro eventi territoriali su cui bisogna puntare in futuro. Noi vogliamo che i turisti vengano qui a vedere dove nasce il nostro vino e perché nasce così buono, altra cosa rispetto alla bottiglia che bevono a distanza. Quando il turista visita le nostre aziende, i nostri imprenditori, le nostre famiglie, che danno un segnale di genuinità, tornerà”. Conclude: “Noi rispettiamo le grandi realtà perché esistono e devono essere difese, ma puntiamo sulle piccole denominazioni. I grandi blasoni hanno al fortuna di vivere per conto loro, noi cerchiamo di difendere di più chi ha poca voce. La freisa, con più di cinque secoli di storia sulle spalle, è il vitigno dell’anno 2022 del Piemonte, prima lo è stato il dolcetto e poi il cortese, e vogliamo dargli visibilità”.

                                                                             

Oggi siamo a 40 ettari vitati per l’Albugnano, solo tre o quattro anni fa erano quindici, un dato che fa riflettere, un cambio di passo con una potenzialità di 250-260mila bottiglie. Un percorso iniziale che ha visto la vicinanza anche della Banca di Asti. “Dietro l’Albugnano c’è un territorio importante. Vediamo un impegno da parte dei rappresentanti e quindi una mano la diamo anche noi”, commenta Mario Sacco, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. “Se Nizza è una realtà consolidata, qui c’è un territorio con potenzialità culturali e turistiche che credo possa dare addirittura di più. Ho detto al nuovo presidente dell’Atl Langhe Monferrato Roero, Mariano Rabino, che  tra l’altro è di San Damiano, di mettere al centro la realtà dell’Astigiano. Bisogna fare di più a livello di promozione turistica nel Monferrato. La Fondazione Cassa di Risparmio di Asti è una delle poche se non l’unica fondazione che è socia di una Atl, perché l’attenzione che diamo al territorio passa attraverso l’impegno delle istituzioni, in particolare di quelle che si occupano di economia e di turismo”.
Albugnano Doc che insiste sui comuni di Albugnano, capofila, Castelnuovo Don Bosco, Pino D’Asti e Passerano-Marmorito.
“L’associazione è nata nel 2017, io già allora ero nel direttivo. Oggi siamo un gruppo di sedici vignaioli che hanno i vigneti nei 4 comuni della Doc, un territorio ristrettissimo”, dice Valeria Gaidano, della tenuta Tamburnin, neo presidente realtà associativa Albugnano 549, dai metri di altitudine dell’omonimo comune astigiano. “L’Albugnano è una Doc giovane, del 1997.  L’Albugnano può essere prodotto in più tipologie, ma noi come associazione ci siamo dati un nostro protocollo interno e siamo seguiti dalla consulenza dell’enologo Gianpiero Gerbi. Se il disciplinare prevede nella Doc  l’85% di uve nebbiolo, noi abbiamo scelto di vinificarlo in purezza, con 18 mesi di affinamento in legno e sei mesi di riposo in bottiglia, ed è solo rosso. Tutti i nostri Albugnano rivestono la bottiglia Albugnano 549. Per ora siamo riusciti ad alzare l’asticella qualitativa del prodotto e stiamo crescendo come ettari vitati, basti pensare che compresi i nuovi impianti siamo sui 45 ettari totali. Tra i progetti futuri ci sarà quello di metter mano al disciplinare. Questo weekend, invece, saremo a Chieri all’evento di Freisa in Freisa 2022, dove nel pomeriggio di domenica presenteremo la nostra associazione in una masterclass. L’unione sul territorio fa la forza”.