La denominazione tiene molto bene sul mercato, basti pensare che oltre la metà dei 350 milioni di fatturato dell’Amarone proviene dal fronte Horeca. Ristorazione in crescita, in linea con i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly che registra un calo generalizzato del vino tricolore nelle vendite nella gdo di tre mercati chiave. Amarone che su un giro d’affari regionale di oltre 600 milioni ne fattura da solo più della metà.
Sul mercato interno – secondo l’indagine realizzata da Nomisma Wine Monitor per il Consorzio tutela vini Valpolicella e diffusa in apertura di Amarone Opera Prima – il fatturato della ristorazione nei primi 9 mesi del 2022 ha registrato una crescita tendenziale del 47%.
Secondo l’indagine, il 54% degli italiani negli ultimi 2 o 3 anni ha consumato i prodotti della denominazione veronese e il 43% lo ha fatto anche nei ristoranti. Tra questi, il 26% si dichiara consumatore abituale (2-3 volte a settimana). È invece del 29% la quota di italiani – in prevalenza maschi, millennial, dirigenti e imprenditori – che ha bevuto Amarone fuori casa con una spesa media dichiarata di circa 40 euro, un prezzo che per 7 su 10 è ritenuto corretto. Un rapporto, quello tra clienti e Amarone, considerato “privilegiato” nel 51% dei casi e da consumarsi in particolare nelle occasioni speciali o formali (28%).
I vini della Valpolicella confermano il loro posizionamento nella fascia alta della ristorazione, a partire da quella veneta. “Il sistema Valpolicella, Amarone in primis, non può prescindere dalla ristorazione, che era e rimane il canale privilegiato dei nostri vini. Per questo, dopo anni di forti limitazioni siamo contenti di essere tornati a lavorare a pieno regime con chi ha contribuito in maniera determinante alla crescita del nostro territorio. Un segnale di ottimismo in vista dei Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026”, spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, che al suo interno si è rinnovato grazie a un gruppo molto dinamico di una cinquantina di giovani imprenditori e che nel 2010 è stato tra i primi consorzi a centrare il focus sulla sostenibilità in maniera importante, in una regione che fa 6 miliardi di pil agricolo, come ha ricordato il presidente del Veneto Luca Zaia, ed è ai primi posti nella classifica per il maggior numero di siti Unesco, ben nove, oggi in attesa della candidatura a bene immateriale della tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella, pratica consolidata che nell’Amarone e nel Recioto ha due vini icona.