Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti ne è convinto: “Premia la scelta di aprire al grande pubblico”. Circa 4mila presenze oggi alla Fortezza da Basso, a Firenze, per l’anteprima (6a edizione) del Consorzio Vino Chianti realizzata in collaborazione con il Consorzio Tutela Morellino. In vetrina 122 aziende, 488 etichette in degustazione e 206 in anteprima. Degustate le nuove annate Chianti DOCG 2019 e Riserva 2017 e Morellino di Scansano DOCG Annata 2019 e Riserva 2017.Il 2019 si è rivelato un anno importante anche sul fronte della qualità”, continua Busi. “La vendemmia è in linea con le aspettative, abbiamo raggiunto l’obiettivo della riduzione del 10% delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l’andamento commerciale. Il merito di tutto ciò è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti e oggi oltre il 75% dei vigneti è stato rinnovato”. All’indomani della decisione – ricordiamo temporanea – del governo americano di escludere l’Italia dai dazi, il Consorzio continua a guardare con grande attenzione all’export.  “Abbiamo tirato un sospiro di sollievo che ci permette di guardare con più serenità ai prossimi mesi. Certo è che, anche alla luce di ciò che sta accadendo in Cina, serve maggiore flessibilità nella gestione dei fondi messi a disposizione per la promozione del vino in modo da rispondere tempestivamente a scenari che possono cambiare all’improvviso. Non possiamo permetterci di restare indietro: poter riadeguare i nostri investimenti in tempi rapidi può significare davvero molto per l’export e bilanci”, conclude Busi. Intanto i cinesi sono assenti a causa del Coronavirus alla kermesse fiorentina dove i Consorzi Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Vernaccia di San Gimignano presentano le nuove annate. Tensione e preoccupazione negli scambi commerciali sul fronte Cina, dove il Consorzio del Vino Chianti ha stimato una perdita di fatturato del 10%. Cinesi la cui presenza era saltata già al “Buywine”, evento B2b tra buyer e produttori del territorio. Dati Ismea, più della metà della produzione toscana Doc e Docg finisce sui mercati esteri e costituisce il 19% del totale export di vini Dop fermi a livello nazionale, una quota che sale al 26% a valore. I principali mercati di sbocco sono Usa e Germania, che importano oltre il 50% dell’export totale. Per quanto riguarda la Cina bisognerà attendere i prossimi mesi per avere in mano dati certi. Sul fronte dei prezzi il mercato del vino toscano ha conosciuto una battuta d’arresto dopo un decennio di aumenti.