Un prodotto alimentare su quattro è offerto in promozione. La frenata dei prezzi – secondo Coldiretti – è il risultato di una spirale recessiva con consumi stagnanti che penalizzano l’economia e l’occupazione. L’obiettivo è cercare il risparmio e ridurre i costi del carrello della spesa, con effetti evidenti sul contenimento dell’inflazione. Gli italiani – continua la Coldiretti – sempre più spesso vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, ma anche sperimentando canali alternativi come gli acquisti di gruppo, quelli on line o dal contadino. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa. Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente figurano quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare dalle tavole degli italian: dall’olio di oliva alla pasta, dalle conserve di pomodoro ai vini fino alla frutta. Un onere che spesso ricade sui fornitori per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli squilibri di potere contrattuale. Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo, mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale. Dopo l’importante sterilizzazione dell’Iva che avrebbe aggravato la situazione dei consumi è ora necessario al più presto – conclude la Coldiretti – il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti.