L’ impatto della crisi innescata dal Covid taglia del 27% il turismo enogastronomico, che vale oltre 5 miliardi, e mette a rischio i 5.266 prodotti alimentari tradizionali in un paese come l’Italia che può contare sull’agricoltura più green d’Europa, con la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche. Questo è l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento al Rapporto sul Turismo enogastronomico in Italia 2021 da quale emerge che ben il 31% dei “vacanzieri del cibo” hanno tagliato la spesa nel 2020 rispetto all’anno precedente. In questo contesto è importante l’annuncio del premier Mario Draghj che “dalla seconda metà di giugno sarà pronto il Green pass europeo mentre da metà maggio sarà in vigore il pass verde nazionale per i turisti italiani e stranieri. L’assenza di vacanzieri ha, infatti, un impatto pesante sulla sopravvivenza di tesori agroalimentari unici al mondo legati alla storia e all’economia dei territori, che sono il simbolo della grande creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del successo del Made in Italy nel mondo.
Un patrimonio di tipicità da salvare che – precisa la Coldiretti – non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani. La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per, alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola grazie anche un tesoro che può contare su 1.578 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, più di 1.498 verdure fresche e lavorate, 809 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 503 formaggi, 291 prodotti gastronomici, 170 prodotti di origine animale fra miele e latticini, 166 preparazioni a base di pesci e molluschi, 164 fra birre, bevande analcoliche, distillati e liquori e 49 tipologie di burro e oli. Tesori custoditi in 5.498 piccoli borghi che, con oltre la metà dell’intera superficie nazionale, hanno ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti che raccontano per immagini la bellezza dell’Italia e la bontà dei suoi prodotti a tavola. La Campania si piazza in testa alla classifica delle regioni con più specialità tipiche, ben 552, davanti a Toscana (461) e Lazio (436).
“L’agricoltura italiana è una risorsa fondamentale per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e lavoro per il Paese”, spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, soddisfatto per l’approvazione dell’emendamento alla legge di conversione del Dl “Sostegni” per la cessione del credito di imposta sugli investimenti relativi alla misura Transizione 4.0.“Proprio nell’anno della pandemia il settore agroalimentare è diventato la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di euro di fatturato, 3,6 milioni di occupati e quasi 740mila imprese agricole impegnate nella produzione per garantire le forniture alimentari alle famiglie italiane. Dobbiamo mettere in campo gli strumenti per aiutare tutte le aziende nei processi di innovazione e di maggiore sostenibilità per agevolare la transizione verso un modello di economia circolare che migliori l’efficienza nell’uso delle risorse con una decisa semplificazione burocratica e dei servizi”.