Si riaccende la polemica. La Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti (FIVI), guidata da Matilde Poggi, lancia un nuovo appello per la tutela dei piccoli produttori all’interno dei consorzi di tutela spesso sbilanciati a favore di alcuni grandi gruppi. Il caso, l’elezione del cda del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, dove è emersa l’intenzione di concentrare la gestione della denominazione nelle mani di alcuni grandi gruppi, in particolare afferenti al sistema cooperativo, emblema di una situazione molto diffusa sul territorio nazionale. L’attuale normativa infatti (in particolare l’art. 8 del DM 232/2018), stabilisce che i voti siano attribuiti in funzione della produzione vitivinicola dell’anno precedente, valutando quindi esclusivamente la quantità prodotta, senza considerare minimamente né il numero dei produttori, né quanto questi contribuiscano alla tutela della qualità e del paesaggio della denominazione. Un’ulteriore questione è l’istituto delle deleghe, espresse dai soci viticoltori al momento dell’adesione, che dà grande potere alle cooperative che partecipano al lavoro dei consorzi, rendendo gli altri partecipanti quasi inesistenti. “Tale meccanismo ha delle conseguenze inevitabili sull’effettiva rappresentanza all’interno dell’ente consortile. Il voto è nelle mani di pochi grandi gruppi e cooperative, che decidono in solitudine le scelte di indirizzo strategico di gestione della denominazione”, spiega Matilde Poggi. “Bisogna creare un tavolo di lavoro per riconsiderare il criterio di rappresentanza attualmente in vigore, con l’obiettivo di rafforzare la vitalità dei consorzi di tutela dando voce a tutti gli attori della filiera. I piccoli produttori rappresentano un sistema che orienta la propria produzione verso la più alta qualità ed è giusto che ogni consorzio li tuteli riconoscendo loro una pari dignità”.