Tante le novità nella nuova stagione in arrivo per quanto riguarda la Collina dei Ciliegi, l’azienda vitivinicola fondata nel 2010 dall’imprenditore della finanza Massimo Gianolli. Si comincia con il lancio a Milano, a un parterre di giornalisti e importatori, del nuovo cru Valpolicella Superiore Doc Peratara 2019, tiratura poco più di 9mila bottiglie.
Da terreno giurassico e da un vigneto di 4,5 ettari, con grandi escursioni termiche, a 600 metri slm, l’enologo Paolo Posenato ci restituisce nel bicchiere un bianco vestito da rosso da rese bassissime di uve corvina, corvinone e rondinella, espressione precisa e pulita del terroir, di grandissima freschezza e bevibilità, che lascia intuire una lunga vita davanti a sé e insoliti abbinamenti a tavola, perché no anche come aperitivo. Dieci i giorni di macerazione, due gli anni di affinamento tra botte grande, tonneaux, barrique e anfora e uno ulteriore in bottiglia. Il nome del vigneto, pietraia in dialetto veneto, deriva dal terreno marno-calcareo ricco di scheletro di origine cretacica.
“Presentiamo il lavoro di ben undici anni nella ricerca dell’estrattore del terroir”, esordisce Massimo Gianolli. “In vigna abbiamo la fortuna di poterci avvalere dei Curie del terroir, Lydia e Claude Bourguignon, marito e moglie che scavano la terra, entrano in buchi più profondi di loro, leggono la stratigrafia del terreno come fosse un libro, ma soprattutto hanno scoperto e certificato che la sua origine è giurassica. Quindi il nostro progetto di scassi e terrazzamenti si è bloccato. Per fare qualcosa di straordinario non bisogna distruggere la materia prima”. Continua: “Abbiamo portato su un Valpolicella l’esperienza maturata col nostro progetto Supervalpantena, produzione 50-55 quintali ad ettaro, ricreando in vigna una sorta di metodo Borgogna rigorosissimo. Corvina, corvinone e rondinella sono gli estrattori del terroir, quindi nulla di più di quello che devono fare quei vitigni a quelle altezze”.
“Da quest’anno il vino dopo il legno torna in cemento. Tutti i nostri vini rossi e i bianchi fermentano in cemento non vetrificato, un contenitore più vicino al legno rispetto all’acciaio. Il salto tra i diversi contenitori deve essere minimo”, spiega Paolo Posenato. “Un altro fattore determinante è far sentire al vino il cambio delle stagioni. Deve percepire che la barricaia è più calda d’estate e più fredda d’inverno perché è vivo. Stiamo facendo anche un grande lavoro sull’appassimento, che applichiamo solo all’Amarone. L’appassimento è nato per aiutare delle uve che storicamente in Valpolicella sono povere, quindi non va sforzato, non deve diventare un esaltatore di alcol ma di tutte le caratteristiche positive dell’uva”.
Una direzione precisa che marca un salto di qualità netto nei vini. Il debutto sul mercato del nuovo cru è accompagnato da altre novità. Meregalli Giuseppe Spa, holding del gruppo Meregalli, entra nel capitale di Advini Italia Spa, la joint venture costituita nel luglio del 2020 dalla Collina dei Ciliegi e dal gruppo francese Advini SA, che cambia nome in AMC Vini Spa (Advini- Meregalli-Collina). I tre soci parteciperanno con quote paritarie al capitale. “L’obiettivo è potenziare le rispettive possibilità commerciali delle nostre aziende verso l’estero e nuovi canali”, afferma Marcello Meregalli, AD del Gruppo Meregalli. “AMC aprirà anche un esclusivo club in centro a Milano dove il vino d’eccellenza sarà protagonista e potrà fare da collante ad altri eventi”.
La Collina ha chiuso lo scorso febbraio il primo round da 3milioni di euro del Club Deal, lanciato a un gruppo di investitori lo scorso giugno a sostegno del nuovo programma di investimenti per oltre 7 milioni di euro, che prevede l’acquisto di nuovi terreni e la piantumazione di quasi 5 ettari di vigneti Supervalpantena, oltre alle opere a supporto, tra cui l’automazione dell’irrigazione di soccorso con sistema satellitare, l’acquisto di impianti e attrezzature agricole tecnologicamente avanzate e dal minor impatto ambientale possibile, tra cui il Bakus Vitibot, il robot elettrico scavallante per la gestione dei vigneti, la realizzazione della nuova cantina di Erbin, un nuovo showroom con punto vendita e il nuovo caveau per il Club en Primeur, il progetto di investimento sui fine wines dell’azienda. Ora al via il secondo e ultimo round di raccolta capitali.