Come vivremo insieme nel futuro? La Biennale di Architettura chiama a raccolta architetti da tutto il mondo per pensare come affrontare il futuro insieme: “How will we live together?”. Questo il quesito della mostra personale “La legge del cerchio” di Andrea Mati, a Palazzo Sagredo a Venezia (fino al 31 maggio), che propone una riflessione intima e attuale sul rapporto tra uomo e natura evidenziando in particolare la difficoltà di comunicazione tra natura e architettura, con l’intento di aprire un dibattito costruttivo su quanto di importante si stia facendo per superare questa barriera. “Non si finisce mai di imparare dalla natura se si ha la curiosità e pazienza di osservarla, per ricercare in profondità il senso autentico delle cose. Gli alberi ci parlano, suonano, ci mettono in guardia sul futuro del pianeta, sta a noi essere pronti ad ascoltarli”, commenta Andrea Mati, architetto, paesaggista, poeta e musicista. Un evento che si inserisce nelle celebrazioni dei 1600 anni dalla fondazione della Serenissima, che continueranno per tutto il 2022 per raccontare la storia, le eccellenze, la cultura che l’hanno attraversata per 16 secoli.
“La Biennale di Venezia affronta quest’anno il tema fondamentale del rapporto tra uomo, natura ed il contesto architettonico contemporaneo in cui si sviluppa la nostra esistenza. Questi mesi di pandemia hanno suscitato riflessioni profonde sull’importanza delle relazioni interpersonali e della dimensione umana nel contesto urbano collettivo”, commenta Chiara Soldati, titolare ed export manager della casa vinicola La Scolca, a Gavi. “Ma soprattutto ci ha posto di fronte a molti interrogativi: come innovare i nostri stili di vita e modelli culturali per vivere in armonia con il paesaggio, recuperando quel legame viscerale con la natura all’insegna di un nuovo equilibrio esistenziale. Trovo davvero illuminante e fonte d’ispirazione l’opera di Andrea Mati che interpreta il capitolo ‘la legge elettorale’ dal famoso libro ‘Alice nel paese delle meraviglie’ di Lewis Carroll: ci descrive uomini e donne che corrono solitari, in tondo, senza curarsi del verde, del prossimo dentro al cerchio o della città fuori di esso. Gli abitanti di questo paese delle meraviglie corrono distaccati gli uni dagli altri per arrivare sempre primi, senza considerare che in un cerchio i primi sono anche gli ultimi. Un’umanità quasi indifferente e distaccata, inconsapevole e incurante di ciò che accade nel mondo circostante. Fare vino oggi diventa etica, significa prendersi cura del pianeta Terra, degli altri. Bisogna riconnettere la città con il paesaggio e con le persone che lo abitano. Da sempre La Scolca ha nella sua storia e nel suo DNA l’attenzione alla contemporaneità e alle dinamiche dei grandi cambiamenti storici, per questo è per noi naturale partecipare ad eventi così interessanti ed attuali come questa mostra alla Biennale di Venezia. Inoltre da sempre creiamo vini che sono anche “lifestyle” di pensiero e frutto del nostro amore per il territorio che ci circonda”.
Vino che oggi più che mai invita a riflettere sulle tematiche ambientali e sul bisogno di vivere in armonia con il paesaggio come unica salvezza per sconfiggere i mali più gravi della nostra epoca causati dall’allontanamento dell’uomo dalla natura.