Settantotto nuove socie. L’associazione nazionale le Donne del Vino, già molto articolata, cresce e diventa sempre di più il punto di riferimento di tutta la filiera femminile del vino. Tanti progetti in cantiere, quartier generale a Milano, poco distante da Piazza Affari, e una presidente riconfermata, la toscana Donatella Cinelli Colombini, che fa dell’enoturismo e in particolare di come trasformare una cantina in una wine destination – materia che peraltro insegna all’università di Siena – il fulcro dei suoi progetti e della sua storia personale. Appena costituito il network internazionale, si spinge sull’internazionalizzazione con il Progetto Future che si espande in un mondo che sta cambiando i suoi scenari commerciali. Dai mercati dell’Asia alle vigne della Nuova Zelanda e del Cile: tante opportunità di studio, lavoro e incontro legate al business del vino. Lanciato al Vinitaly 2019, il progetto offre un ventaglio di opportunità formative proposte dalle aziende delle Donne del Vino italiane alle under 30 che vogliono lavorare nel settore. Un archivio telematico sul sito www.ledonnedelvino.com con proposte in cantine, enoteche, ristoranti, agenzie giornalistiche, di pubbliche relazioni e studi di consulenza enologica, tutte attività guidate da associate. Un quadro che quest’anno verrà arricchito con le offerte delle Donne del Vino estere incontrate durante il primo meeting mondiale che si è tenuto in novembre al Simei 2019, coordinato da Tiziana Mori, con l’obiettivo di creare un virtuoso network internazionale di scambi e confronto di esperienze. La prima proposta, già online, è di una delle massime esperte di marketing e mercati orientali, Erika Ribaldi, e comprende un anno di tutoring gratuito a tre giovani donne che vogliano imparare il commercio del vino in Asia, un mercato che approfondiremo la prossima settimana con l’intervista nel nostro giornale online winestopandgo.com a un profondo conoscitore del mondo asiatico, di Cina in particolare. «Dopo 20 anni di esperienza diretta nel settore commerciale estero di cui 14 in Asia – spiega Erika Ribaldi – desidero condividere il mio percorso con altre colleghe che iniziano il loro, accompagnandole e facilitandole in una parte del mondo che potrebbe apparire più problematica e lontana. L’Asia, come tutti gli altri continenti è caratterizzate da sfumature che possono rappresentare rischi, ma anche vantaggi, se saputi apprezzare. Il rapporto personale ha un’importanza rilevante ma bisogna saperlo valorizzare. Il mio intento è quello di aprire una conversazione con 3 giovani colleghe che sappiano integrare l’aspetto umano con quello professionale». Altre offerte si concretizzeranno in aziende della Nuova Zelanda e del Cile con periodi di stage all’interno di cantine vinicole gestite da donne. «L’idea di Future è stata lanciata dalla delegata del Veneto Alessandra Boscaini – ricorda Donatella Cinelli Colombini – con l’intento di riunire in un solo database le attività esistenti in modo che servano da stimolo per le Donne del Vino, convincendole a dare un contributo alla crescita professionale delle nuove generazioni. Oltre alle offerte estere, sono già online numerose opportunità formative: lezioni, stage, corsi, visite didattiche, borse di studio distribuite in ogni parte d’Italia». Tra le altre offerte formative del 2020 i corsi di Wset Wine & Spirit Education Trust, riconoscimento internazionale di educazione al vino: il primo corso è organizzato in Piemonte, a Gavi, dal 21 al 23 febbraio, ma si replicherà in altre regioni italiane da nord a sud con le wine educator Alessandra Fedi e Chiara Giorleo. Sono già oltre 30 le proposte delle Donne del Vino per le under 30 pubblicate sul sito internet: si va dalla visita alla Fattoria didattica della vignaiola Bruna Ferro a San Marzano Oliveto, in Piemonte, alla masterclass sul turismo del vino proposta dalla presidente Cinelli Colombini nella sua Fattoria del Colle in Val d’Orcia, in Toscana. Alessandra Boscaini (Masi, Veneto) propone una expertise nella tecnica dell’appassimento delle uve, mentre Filomena Saponari (VignaFlora, Puglia) offre una lezione sulla potatura secca. Con le Donne del Vino, si impara anche “come realizzare una piccola azienda agricola” (idea di Antonella Corda, Sardegna), a conoscere i vini della Calabria (con la sommelier Maria Rosaria Romano) o a commercializzarli con i consigli di Lavinia Furlani (WineMeridian). Chiara Lungarotti propone stages formativi di 3 mesi in Umbria. Altre imprenditrici propongono delle giornate didattiche, come Daniela Mastroberardino (Terredora, Campania), Elena Zeni (Zeni 1870, Veneto), Cristina Ascheri (Cantine Ascheri, Piemonte), Vincenza Librandi (Librandi, Calabria), Josè Rallo (Donnafugata, Sicilia). Ma non finisce qui. L’associazione nazionale si prepara a un intenso calendario di attività per il 2020: il tema dell’anno è “Donne, Vino e Ambiente”, cui sarà dedicata la festa delle donne del vino, in vista dell’8 marzo, con eventi diffusi a livello regionale. Focus del progetto “Donne in classe A”, con Enea Federsco, sono l’innovazione e il risparmio energetico in cantina. Il 31 gennaio il convegno su “Donne vino e credito”, in occasione di Wine&Siena, dove sarà presentata una ricerca condotta dall’Università di Siena sull’accesso al credito delle donne del vino in Italia. Si prosegue con la tradizionale Festa delle Donne del Vino (dal 1 al 14 marzo) con eventi in tutta Italia. A Vinitaly (19-22 aprile), le Donne del Vino saranno protagoniste di una degustazione internazionale curata dal giornalista Ian D’Agata. In maggio due donne del vino avranno l’opportunità di volare in Canada per partecipare alla giuria della “Selections mondiales des vins Canada”, che si svolge ogni anno in Québec sotto la direzione di Nancy Rossi. A fine giugno, il meeting nazionale si terrà nelle vigne di Langhe-Roero e Monferrato dal 26 al 28 giugno. In autunno, infine, si premierà il Personaggio dell’Anno. Donne sempre di più ai vertici del mondo enologico nazionale e internazionale. Secondo una delle ultime ricerche del Censis, le donne italiane a capo di aziende agricole coltivano il 21% del SAU – la superficie agricola utilizzabile – ma producono il 28% del Pil agricolo. Dal 2003 al 2017 le donne manager rurali sono cresciute del 2,3% – unico comparto economico tradizionale con questa variazione positiva- portando un pensiero differente e orientato all’accoglienza e alla diversificazione. Un rinnovamento che ha contribuito in modo positivo alla crescita dell’intero settore.
LE DONNE DEL VINO: UN 2020 ALL’INSEGNA DEI PROGRAMMI FORMATIVI
