È bufera di fine anno in Piemonte. Si spacca il super consorzio Piemonte Land of Wine, nato con una nuova identità nel 2011 per valorizzare le eccellenze vitivinicole di 14 enti di tutela, una casa comune per la promozione del vino in Italia e all’estero con un’anima locale e  una visione globale (almeno negli intenti). Ma proprio sulle strategie di promozione e su un’eventuale pressione politica per partecipare o meno a determinati eventi lo scontro fra albesi e astigiani, quindi fra Barolo, Barbaresco e Roero da una parte e Barbera, Asti Spumante e Brachetto dall’altra.
Il fatto. Gli albesi escono dal consorzio. Le ambizioni e gli obiettivi sulle strategie paiono molto diversi. Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela del Barolo e Barbaresco, che ha approvato all’unanimità la decisione di far uscire i propri rappresentanti da Piemonte Land of Wine, ha rassegnato le dimissioni. “Vogliamo dichiarare la nostra estraneità a un certo modello operativo”, commenta Ascheri. Stessa decisione per il Consorzio del Roero, che ha dato mandato al presidente Francesco Monchiero di dimettersi dal Cda di Piemonte Land of Wine.
Scontro l’anno scorso durante la crisi pandemica sulle decisioni per superarla: gli astigiani chiedevano sussidi per la distillazione, Langa e Roero aiuti per la conservazione e lo stoccaggio del prodotto. Seguono altri contrasti relativi alla decisione di partecipare ad alcuni eventi e all’opportunità di sponsorizzare il rally di Alba.
Pare difficile far convivere esigenze albesi e astigiane. Speriamo che il nuovo anno porti consiglio. Oltre al Consiglio a inizio gennaio.