Le bollicine marchigiane chiudono il 2021 con un imbottigliato a +58% rispetto al 2020, pari a 360mila bottiglie a denominazione d’origine. Di queste, una su tre verrà stappata proprio nel corso delle festività natalizie. Lo rileva l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che con 16 denominazioni e 652 soci rappresenta circa il 70% dell’intero export vinicolo della regione. Un rimbalzo della tipologia che maggiormente ha sofferto i lockdown, che si tradurrà a fine anno in un aumento di oltre 130 mila bottiglie di spumanti. Exploit del Verdicchio dei Castelli di Jesi (+70%) in versione bollicine.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante rappresenta i due terzi della produzione spumantistica delle Marche con un imbottigliato che quest’anno sfiora le 170mila bottiglie. Secondo il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni: “A causa della loro particolare morfologia, perlopiù composta da piccole e micro-imprese, le aziende vitivinicole marchigiane hanno sofferto l’emergenza in misura maggiore rispetto alla media nazionale. Oggi possiamo dire che il settore è ripartito e lo ha fatto anche con una tipologia, quella degli sparkling, che offre ampi margini di crescita. In particolare, le uve di Verdicchio rappresentano una unicità per la propria versatilità, dai bianchi fermi a quelli dolci, fino agli spumanti”.
Ottime conferme arrivano anche dalle guide: sono 96 i massimi riconoscimenti ottenuti nel 2021 dai vini marchigiani secondo le sette principali guide di settore del Belpaese (Gambero Rosso, Bibenda, Vinibuoni d’Italia, Slow Wine, Veronelli, Guida Essenziale ai Vini d’Italia e Guida Vitae Ais). Anche in questo caso il protagonista assoluto è il Verdicchio con 68 premi (53 per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e 15 per il Verdicchio di Matelica).