Stamattina a Venezia tavolo di lavoro sulla vicenda Prosek, a tutela di una storia che parte in Italia dal XIV secolo, in particolare dal lontano 1382 e che non ha nulla da spartire con la Croazia, come tiene a precisare il presidente del Veneto Luca Zaia: “Da mappe ufficiali risulta che prima di Trieste c’è una città che da allora si chiama Prosek. Il toponimo che ha dato la riserva del nome al Prosecco nel 2009 è lo stesso”.
Ambiguo l’atteggiamento della Commissione europea, definito “bicefalo” da Unione italiana vini (Uiv), che con i suoi associati rappresenta il 75% della produzione e imbottigliamento dei Prosecco. Da una parte l’Ue si attiva per proteggere le denominazioni di origine europee negli accordi con paesi terzi, dall’altro sembrerebbe riconoscere l’evocazione della nota denominazione italiana in ambito comunitario. “A fronte dei risultati del gruppo di lavoro sul Prosek ci aspettiamo ora che la Commissione Ue metta un freno a un goffo e maldestro tentativo di copiare la nostra Dop più importante, e che fermi un pericoloso precedente che istituzionalizzerebbe l’Italian sounding e che quindi va contrastato con ogni mezzo”. Lo evidenzia il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio in seguito alla riunione finale del gruppo di opposizione al Prosek. “Oggi abbiamo ribadito che il Prosecco rappresenta una tipicità esclusivamente italiana e che il Prosek è imitazione, evocazione. I nostri tecnici giuristi hanno messo nero su bianco tutte le ragioni per dire no alla richiesta croata. L’intero Sistema Paese ha lavorato unito per difendere una delle eccellenze del nostro patrimonio agroalimentare, nonché il maggiore successo commerciale degli ultimi anni. Nel 2020 sono state prodotte 500 milioni di bottiglie per 2,4 miliardi di euro di fatturato al consumo. Negli ultimi cinque anni sia le esportazioni sia il valore della produzione sono aumentati di circa il 30 per cento, arrivando a sfiorare una quota del 25 per cento del valore totale nazionale delle DOP del vino. Un patrimonio legato all’identità territoriale, alla nostra distintività e alla nostra cultura che non possiamo permettere sia messo a rischio. La Commissione sia ora custode dei Trattati europei e difenda le Dop italiane, così come tutte le Dop degli altri paesi dell’Unione da imitazioni ed evocazioni. Ci aspettiamo che lo faccia fino in fondo. Abbiamo lavorato sodo e all’unisono nella task force per mettere a punto l’opposizione dell’Italia. Sono certo che vinceremo. E non abbasseremo la guardia fino al risultato finale”, conclude Centinaio.
PROSECCO: CENTINAIO, OPPOSIZIONE PRONTA, NO CORALE ALL’ITALIAN SOUNDING
