Si chiude la Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda, trentunesima edizione. Presentate, con possibilità di acquistare le bottiglie in degustazione, le nuove annate di Chianti Classico 2022, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione 2021 di 211 produttori, per 773 etichette, nell’anno in cui il Consorzio Vino Chianti Classico celebra il centenario della sua fondazione e un altro traguardo importante che accresce il valore: l’utilizzo in etichetta dall’1 luglio 2023  per la Gran Selezione di una delle 11 Unità Geografiche Aggiuntive (Uga) in cui è ripartito il territorio della zona classica, saldando così ancora di più il vino al suo luogo di produzione.
Ma soprattutto tempo di bilanci e riflessioni. Dell’exploit del mercato domestico e della tenuta dei mercati internazionali in un anno nero, il 2023, per le importazioni di vini rossi fermi, si ritiene soddisfatto il presidente del Consorzio Giovanni Manetti (in foto): la denominazione è in salute, nonostante le difficoltà del 2023 legate all’export ma definite “passeggere” e strutturali e una vendemmia scarsa in quantità, ma non in qualità, con una contrazione del prodotto imbottigliato dell’11 per cento. Non solo in salute ma cresce di prestigio, quindi di posizionamento, con l’affermarsi della Gran Selezione, nata dieci anni fa, che insieme alla tipologia Riserva rappresenta ormai il 42% della produzione e il 54% del fatturato. Un prestigio cui hanno contribuito riconoscimenti importanti: nella Top 100 di Wine Spectator su 24 vini italiani a dominare con sette etichette è il territorio del Chianti Classico (ben rappresentato anche ad Opera Wine by Wine Spectator, anteprima del prossimo Vinitaly).
Quanto ai mercati, quello interno ha assorbito il 22% del prodotto, gli Usa il 35% e restano, pur con flessioni rispetto al 2022 del 10% per il sovra-stoccaggio, il principale mercato di sbocco del Gallo Nero, il Canada circa il 10% e si conferma al terzo posto, il Regno Unito il 7% al quarto posto, segue la Germania con il 6%.
In totale sono circa 7200 gli ettari di vigneto e 38 milioni le bottiglie esportate in 160 Paesi. Risultati non arrivati a caso ma frutto di investimenti e potenziamento dei mercati storici, in cui il Consorzio, primo consorzio di tutela vini nato in Italia e che oggi rappresenta 482 soci, ha sempre scommesso.