L’hashtag è #ungirounrespiro. Per la cronaca, una pedalata da San Marino a Figline Valdarno, dove ha sede la tenuta di Sting, Il Palagio, per un totale di 160 chilometri. Ciclisti, appassionati di bici, di vino, del lifestyle italiano, di joie de vivre post pandemia, una ventina di persone insieme, fra cui Damiano Cunego, Moreno Moser, il ministro dell’istruzione di San Marino, capitanate dall’imprenditore abruzzese Valentino Sciotti, per il lancio della fondazione Every breath you take, progetto senza scopo di lucro di Sting e della moglie Trudie Styler, appena nominati ambasciatori della Repubblica di San Marino. Per le vittime del Covid, in primo luogo per i ristoratori pesantemente penalizzati dai vari dpcm che dal 2020 suonano come condanne a morte per il settore dell’horeca. Questo il primo obiettivo della fondazione. E l’asta benefica con cena a San Marino ha permesso di raccogliere fondi importanti. “Un amico comune, Tony Sasa, che si occupa della commercializzazione dei vini del Palagio e collabora anche con noi su alcuni progetti specifici, mi ha chiamato e illustrato questa idea. Mi ha parlato del lancio della fondazione, della cena benefica di sabato scorso, una modalità che Sting e la moglie Trudie Styler adottano abitualmente per raccogliere fondi. In questo caso, il primo progetto del week-end era andare incontro alle vittime della pandemia del nostro settore, ossia i ristoratori. Io vivo 250 giorni all’anno fuori dall’Italia, per via della situazione pandemica ho rallentato e ho trovato il tempo per lasciarmi coinvolgere in questa pedalata”, spiega Valentino Sciotti, fondatore e ceo di Fantini Group. “Per dare un messaggio ancora più forte abbiamo voluto unire virtualmente San Marino con il Palagio, la loro tenuta, e le donazioni andranno a favore dei ristoratori di quest’area. È passato tutto nelle mani di mia figlia Giulia e di Rocco Menna, che hanno cominciato a ‘riempire’ il progetto, coinvolgendo le autorità di San Marino. Alla cena, dove Sting si è esibito, tutti hanno portato qualcosa in dono per l’asta, che poi è continuata online. Il team ciclistico Zabù ha donato la bici con cui correva Franco Ballerini, acquistata da Ferragamo. Sting ha portato  e firmato una chitarra che ha accordato sul momento, improvvisando una nuova canzone. Una chitarra da 300 euro che è stata battuta per 25mila euro a una signora russa. Due bottiglie dei vini del Palagio sono stati battuti uno a seimila euro e l’altro a poco meno. È uscita la voglia di fare qualcosa, di ricominciare. Trudie e Sting sono anche due belle persone, non ci hanno messo solo il nome, sono stati coinvolti veramente nel progetto, hanno passato quarantotto ore sempre insieme a noi, ci hanno seguito nella prima parte della pedalata, poi sono scappati a casa a controllare che tutto fosse in ordine per il nostro arrivo e per le compagne dei ciclisti hanno organizzato un pranzo in anticipo. Quando sono arrivato è stato un onore fare la doccia in camera dei proprietari, a dire il vero ne sono rimasto sconvolto, pensavo che scherzassero. Questo per far capire lo spirito conviviale di una giornata di successo”.
Un periodo fortunato per il gruppo di Sciotti che aggiunge alla sua produzione, fra Abruzzo e Sud Italia, un altro tassello: fare vini in Sardegna, un sogno che il numero uno di Fantini accarezzava da tempo e che firma con il brand Atzei. Per ora quattro vini prodotti a Mogoro, a sud di Oristano, nell’Alta Marmilla. “Dovevo riuscirci prima o poi.  Sono professionalmente nato in Sardegna, dove ho scoperto un paradiso, non quello delle spiagge ma delle persone, della cultura enogastronomica. Il mondo agricolo mi appartiene da sempre, per via della mia famiglia. In Sardegna, agli inizi della mia carriera, rimasi folgorato da piante che più che viti erano dei veri e propri monumenti ultracentenari. Sono le zone dell’uva Monica, uno dei vitigni sardi di più antica introduzione. E non riuscivo a capacitarmi di come questa zona così straordinaria fosse invece così poco nota”, spiega Sciotti. “Sono tornato proprio lì, ho riavvolto il nastro, una sorta di amarcord. Siamo partiti da zero, come partner la cantina sociale di Mogoro. Loro mettono a disposizione la struttura, i soci, la materia prima migliore, il resto lo mettiamo noi. Usciremo sul mercato con tre monovitigno da uve Monica, Cannonau e Vermentino a circa 10 euro, più un blend di Monica, Cannonau e Bovale a 35-40 euro, che sarà il nostro vino più importante. Partiamo con duecentomila bottiglie, poi si vedrà la risposta del mercato, prima estero e a partire dal 2022 di quello italiano. L’enologo capo sarà sempre Dennis Verdecchia, coadiuvato dall’enologo sardo Daniele Manca. Credo fermamente che potremo essere di aiuto a tutta la regione. Per lungo tempo qui ci si è concentrati principalmente sul mercato locale sardo e in subordine su quello ‘del continente’ come dicono loro, cioè domestico. Noi puntiamo a uno sbocco importante all’estero con un buon network distributivo. Siamo una squadra, come nel ciclismo. Il singolo enologo per fare il vino è qualcosa di superato. Con noi vince un team di persone prima che di professionisti”.