Vigneto Valpolicella, anche qui è previsto un calo, stimato nel 5%, causa clima e fitopatologie. Calo tutto sommato contenuto rispetto ad altre aree, considerata l’annata particolarmente sfidante per i produttori. “Si tratta, in ogni caso, di una vendemmia di stabilità sul fronte del mantenimento dell’equilibrio del mercato e anche sotto il profilo qualitativo”, rassicura il presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini. Il Veneto – ricordiamolo – è la prima regione produttiva italiana. “I produttori, infatti, saranno impegnati ad effettuare la cernita delle uve migliori atte a divenire Amarone. Per il Valpolicella si prospetta un’annata all’insegna della freschezza con una gradazione alcolica più bassa rispetto a quelle precedenti. Una tendenza che sicuramente sarà ben recepita dai consumatori sempre più orientati a vini rossi freschi, fruttati e alcolicamente più leggeri”.
Una vendemmia che quest’anno partirà con circa 15 giorni di ritardo (13 settembre) rispetto a quella anticipata del 2022, riportando così il periodo di raccolta nella media degli ultimi 15 anni.
Sul fronte fitosanitario, peronospora e oidio, manifestatisi in modo diffuso, hanno costituito una sfida di gestione aggiuntiva soprattutto per i viticoltori biologici. “Si tratta di un’annata caratterizzata da un clima altalenante con notevoli variazioni termiche ed emergenze fitopatologiche prontamente gestite sia in fase di difesa che preventiva per preservare la qualità delle uve e la salute del vigneto”, fanno sapere dall’ufficio tecnico del Consorzio. “Dopo un maggio con temperature inferiori alla media e precipitazioni abbondanti, i mesi di giugno e luglio sono stati più caldi. In particolare, luglio ha registrato un’eccezionale quantità di piogge, con precipitazioni cumulative triplicate rispetto alle medie stagionali. Nonostante la fenologia delle viti abbia sorpreso con un germogliamento leggermente anticipato nella prima settimana di aprile, la fioritura è stata in linea con la norma e ha mostrato una promettente dotazione produttiva, confermata all’invaiatura”.
Causa l’elevata piovosità, un altro problema è il mal dell’esca,  una malattia di origine fungina: i funghi colonizzano i vasi linfatici e il legno compromettendo il passaggio dell’acqua e dei nutrienti dalle radici alla parte aerea della pianta.
Un’annata difficile iniziata con un periodo siccitoso, seguito da piogge che hanno fatto di maggio e giugno il periodo più piovoso degli ultimi venti anni.

Christian Marchesini