In arrivo una nuova linea di vini per la Costaiola di Montebello della Battaglia, in Oltrepò Pavese. Una sfida, un plus completamento di gamma della linea horeca in un’ottica di crescita aziendale, che rappresenta un cambio di registro assoluto nella filosofia di questa realtà familiare che oggi guarda alla Fivi (la federazione dei vignaioli indipendenti) e che con il brand Rossetti e Scrivani contribuisce a scrivere la storia dell’eccellenza del Metodo Classico in Oltrepò.
Tre i nuovi vini tappo raso: una Bonarda frizzante, un rosso fermo (Due Draghi), uvaggio tra barbera e croatina, non invecchiato in legno, e un Riesling, uvaggio tra Italico e Renano, non da invecchiamento come i precedenti. Posizionamento entry level, media di prezzo a listino 5-6 euro.
In questa linea pensata per la ristorazione saranno introdotti quest’anno anche due prodotti molto attuali, due Pet-Nat (abbreviazione di petillant naturel), ossia naturalmente frizzanti, tappati a corona.
Un Pet-Nat è un vino che viene imbottigliato durante il suo primo ciclo di fermentazione alcolica, con gli zuccheri dell’uva che generano le bollicine. Non sono vini generalmente adatti a lunghi invecchiamenti, non hanno alta gradazione e si sposano con piatti leggeri, soprattutto della cucina asiatica. In questo preciso caso con un packaging moderno e molto aggressivo rispetto alla tradizione aziendale.
“Sono comunque prodotti difficilmente definibili, perché i Pet-Nat non hanno ancora una normativa chiara. Si va dal fermentato in bottiglia col fondo all’ancestrale al frizzante naturale”, spiega Michele Rossetti. “I nostri saranno un rosso, di nuovo uvaggio tra barbera e croatina, e un bianco a base riesling. L’idea è di rispolverare un’antichissima tradizione. Mio nonno, che era un viticoltore, nel primo dopoguerra vinificava con quattro vasche di cemento, due botti di legno, una pompa a mano e imbottigliava il vino molto presto per avere poi il tempo per iniziare i lavori di potatura e di palizzamento delle viti in campagna. A febbraio aveva già imbottigliato tutto, e a essere imbottigliati erano vini che avevano ancora un residuo zuccherino dovuto ai rigidi inverni di allora che bloccavano la fermentazione e al fatto che non avevano ancora svolto la malolattica. Erano vini non stabili, che diventavano naturalmente frizzanti in bottiglia in modo molto artigianale, perché qui subivano una seconda fermentazione come accade per il Metodo Classico. Erano vini realizzati senza tecnologia, in modo semplice. A questi due primi Pet-Nat in futuro potrebbe affiancarsi un rosé frizzante e anche un rosso fermo artigianale e alternativo. L’obiettivo è un ritorno in horeca in pianta stabile con dei prodotti innovativi per la nostra offerta. Guardando al futuro, ai giovani, a nuove cucine e abbinamenti”. Continua: “Oggi siamo come vogliamo essere per quanto riguarda lo spumante Metodo Classico, con una linea di prodotti ormai consolidati sul mercato, che saranno oggetto solo di un piccolo restyling dell’immagine. Siamo altrettanto soddisfatti dello spumante Nové, sia come posizionamento sia come qualità e numeri che stiamo esprimendo, che non sarà più distribuito in gdo ma diventerà un prodotto esclusivo dell’horeca. La nostra presenza in gdo, che per noi è un mercato marginale in cui oggi entriamo con prodotti da ristorazione, numeri piccoli e posizionamenti piuttosto alti, proseguirà con una linea appositamente dedicata”. Conclude: “Stiamo lavorando per affiancare ai nuovi vini delle riserve. E qui si aprono due strade: quella del Pinot nero, come prodotto di ricerca, e quella del Casteggio, un uvaggio a base barbera, che rappresenta un’altra sfida interessante per cimentarsi con l’evoluzione dei fermi. Siamo orientati verso il Pinot nero, che è già in lavorazione, ma non deve uscire per forza perché non sarà un prodotto commerciale, quindi sarà rilasciato quando ci saranno le condizioni migliori, se ci saranno. Il dubbio è se cimentarsi anche con il Casteggio e avere due prodotti riserva”.
Idee chiare e voglia di innovare in maniera coraggiosa. In vista del Vinitaly.