Coronavirus fra cancellazioni e rinvii delle principali fiere in Europa. Vediamo la situazione. Il Salone del Mobile rinviato a giugno, cancellato il salone dell’auto di Ginevra e ora il dubbio legittimo sulla Prowein, la più internazionale delle fiere europee del vino e degli spiriti, la cui scadenza (15-17 marzo) si avvicina in piena epidemia coronavirus, con alto rischio mondiale come dichiarato oggi dall’OMS. Evento confermato nei giorni scorsi da messe Dusseldorf ma sul quale è lecito che sorgano dei dubbi considerato che in Germania i casi di contagio sono in questi ultimi giorni raddoppiati (la maggior parte si trovano in Renania settentrionale-Vestfalia). Alla Prowein dovrebbero essere presenti più di 1600 espositori italiani contro i 1500 della Francia, per un totale di 62 paesi partecipanti. Rinviato però Singapore Prowein Asia (31 marzo-3 aprile) perché vicino all’epicentro dell’epidemia. Rimandata a Francoforte anche Light+ Building, la principale fiera per l’illuminazione e la tecnologia dei servizi per l’edilizia dall’8-13 marzo alla metà di settembre, in quanto i maggiori espositori dopo la Germania provengono da Cina e Italia. La problematica delle fiere in questa situazione di crisi è il rischio di un flop di visitatori, soprattutto dall’estero, considerazione che richiede serie e oneste valutazioni a fronte di investimenti importanti da parte delle aziende, costi che se per le grandi realtà possono essere insignificanti o comunque gestibili per un’azienda di medie dimensioni possono diventare importanti.