Nutriscore è l’etichetta “a semaforo” per alimenti al centro in questi giorni della polemica . Sviluppata in Francia e proposta in sede europea per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali dei prodotti alimentari attraverso due scale, una cromatica in 5 gradazioni dal verde al rosso e una alfabetica dalla A alla E, segnala ai consumatori i cibi con alta presenza di grassi o sale ma in realtà penalizza i prodotti italiani. Perché? Secondo questo metodo un panino con carne e varie salse ottiene il semaforo giallo come l’olio extra vergine di oliva. “Stiamo conducendo una forte battaglia sul campo dell’etichettatura. Ci spaventa infatti la sperimentazione del Nutriscore che premia prodotti iper trasformati e con un pesante packaging contro tutte le strategie verdi”, dichiara il sottosegretario alla Politiche agricole, Gian Marco Centinaio alla presentazione della sesta edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo che prenderà il via il 22 novembre per concludersi il 28 novembre con iniziative in tutte le sedi consolari italiane nel mondo. Insieme a lui il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, il vice ministro dello Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin e il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano. Secondo Centinaio contro il Nutriscore c’è anche un problema ambientale perché “questa soluzione non favorisce la transizione ecologica”. L’Italia propone una impostazione basata sul ‘Nutriform Battery’ che tiene conto delle porzioni di prodotto assunto e tutela i consumatori e la filiera.
La rassegna, nata nel 2016 e affermatasi come evento di punta del Maeci, promuove all’estero il meglio della filiera agroalimentare e della tradizione eno-gastronomica italiane. Quest’anno il focus è proprio sul connubio tra agroalimentare e dieta mediterranea come stile di vita sano e sostenibile.
Il sottosegretario al Mipaaf ha inoltre ricordato l’impegno ”a vigilare affinché le nostre eccellenze non vengano copiate attraverso il cosiddetto fenomeno dell’italian sounding che mette a rischio tutte le nostre denominazioni d’origine”. Richiamando la vicenda del Prosek, il sottosegretario ha affermato: ‘La Commissione Ue non potrà non prendere atto della storia del nostro Prosecco. In caso contrario di rivolgeremo alla Corte di Giustizia. L’Ue deve proteggere e tutelare le denominazioni d’origine, è una battaglia di principio perché non si può portare l’agricoltura verso l’omologazione e il cibo sintetico”. Conclude: ”Dobbiamo rafforzare il ruolo dell’educazione alimentare a scuola che prediliga il ricorso a cibi sani”.