Al Vinitaly abbiamo incontrato Alessio Del Savio, enologo e amministratore delegato di Mionetto, brand a livello globale, una delle più importanti etichette del Prosecco, che ha presentato novità di prodotto e portafoglio che interessano la distribuzione on premise ed off premise.
Parte del gruppo Henkell- Freixenet, uno dei maggiori produttori europei di bollicine, che annovera 30 consociate distribuite in oltre 80 paesi nel mondo, può contare su 80 ettari di vigneto di proprietà e su una rete di 150 conferitori nell’ambito del Prosecco Doc e della Docg che “sono quasi fornitori esclusivi dell’azienda”. Da poco costruita la nuova cantina a Valdobbiadene – l’altra è a Crocetta del Montello –  con una bioarchitettura improntata al risparmio energetico.

Avete fatto una scelta coraggiosa per quanto riguarda il mercato russo…

Sì. In Ucraina il mercato è perso per il momento, però abbiamo fatto una scelta a livello di gruppo, visto che Mionetto fa parte di Henkell- Freixenet, di non vendere più in Russia per protesta verso il mercato russo. La nostra vuole anche essere un’azione dimostrativa. Sempre a livello di gruppo abbiamo aiutato i bambini ucraini con un milione e mezzo di euro.

Quali sono i vostri mercati di riferimento?

Al di là del mercato Italia, che riveste il 30% delle nostre vendite, siamo presenti negli Stati Uniti, in Germania, in Inghilterra, nei Paesi Scandinavi, in totale copriamo circa 80 paesi nel mondo. Sarà importante consolidare sempre di più i mercati in cui siamo già presenti.

Al Vinitaly avete lanciato un nuovo Prosecco. Il rosé prosegue il suo trend costante di crescita?

Il Prosecco Doc Rosé Luxury Collection, da uve glera e pinot nero, con il rinnovamento della linea dedicata esclusivamente all’horeca. La bottiglia riprende la tradizione dei maestri vetrai veneziani. Il Prosecco Rosè è stato lanciato due anni fa, con un exploit eclatante di 70 milioni di bottiglie. È la  prima volta che viene al Vinitaly come prodotto e il successo è stato enorme perché ha appeal nei confronti del pubblico femminile e dei giovani, oltre che essere molto versatile in cucina. Il Pinot nero ha conferito ulteriore carattere, un po’ di struttura e un colore interessante, tenue. Protagonista del canale Gdo è, invece, il restyling della linea Premium Mo Collection.

È un periodo fortunato sia per la denominazione Prosecco Doc sia a livello di azienda…

Sì, il Prosecco spopola in tutti i paesi in cui siamo presenti. Lo scorso anno la Dop, mondo Prosecco, ha registrato oltre 700 milioni di bottiglie. Un ulteriore stacco rispetto ai cugini d’Oltralpe e un trend che non si ferma perché anche nei primi tre mesi di quest’anno stiamo viaggiando su numeri eclatanti, siamo oltre un +20%  per il Doc e penso che sia altrettanto per il Docg. Il Prosecco continua a piacere. Stiamo raggiungendo tutti i mercati del pianeta. Come azienda ci attestiamo sui 40 milioni di bottiglie, con un fatturato superiore a 100 milioni di euro e un incremento a volume a doppia cifra, di oltre un +20% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Un anno molto importante e inaspettato visto da dove arrivavamo.

Come sono i tender nel Nord Europa?
La Mionetto è un marchio importante e riusciamo a strappare un prezzo interessante, anche perché dobbiamo difendere il settore: non vendiamo prosecchino ma dobbiamo vendere il Prosecco.

Credete nel Friuli? Nel territorio delle Grave nel segno del Prosecco Doc?

Sì, è zona adatta alla coltivazione della glera. Nel 2018 abbiamo acquistato una azienda in Friuli, a San Leonardo Valcellina, Tenuta Montereale, di 80 ettari, dove già c’era la presenza della glera, base del Prosecco Doc, più vigneti di pinot nero e pinot grigio. Nel corso di questi anni ci siamo concentrati nel miglioramento produttivo dell’azienda, con sostituzioni di parte dei vigneti per ringiovanirli. Abbiamo impiantato anche Chardonnay, un vitigno nuovo per la nostra azienda. C’è ottimismo.