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Castello di Cacchiano Chianti Classico 2016

& “Olio novo” toscano di Monteoriolo

Inno alla semplicità. Continuiamo con la nostra ricerca stagionale, affrontando eccellenze locali e abbinamenti talvolta provenienti dallo stesso territorio, talvolta cercati altrove. E cosa c’è di più semplice e naturale, quanto buono in questo periodo, dell’olio extra vergine d’oliva appena franto?
Riferendoci alla lavorazione, una volta c’erano le macine, oggi ci sono i frantoi e certamente quello del Frantoio del Grevepesa – il luogo ove si reca a “spremere” le proprie olive la Fattoria Monteoriolo, zona Impruneta, a sud di Firenze – è una eccellenza. Una delle aree migliori della Toscana per la produzione delle olive destinate al nettare verde. Le principali varietà diffuse su questo territorio sono Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino e Pendolino. Negli anni queste entrano in equilibrio per costituire quella tipicità e forza che caratterizzano da sempre l’olio extra vergine d’oliva toscano. Grinta, pizzicore in bocca e finale aromatico di carciofo sono solo alcune delle principali caratteristiche di questo olio.
Cosa si fa in Toscana in questi giorni, ai primi di novembre? Ovunque si assaggia l’olio novo. Così si dice da quelle parti. Appena uscito dal frantoio, a pranzo, a cena, a merenda. E si gusta con una fetta di pane toscano “schiocco” – ovvero senza sale – tipico dei forni di quel territorio. Alcuni aggiungono sale, ma personalmente lo sconsiglio. Tanto più si lascia l’olio al naturale, meglio è. Si può dare una scaldata al pane, perché la temperatura veicola gli aromi, ma ciò che conta è riempire bene la fetta di olio. I professionisti dell’assaggio sentono l’olio in appositi bicchierini, bevendolo, poi emanando quel caratteristico suono di aspirazione per l’aria che passa fra i denti, per ossigenare al meglio l’olio stesso mentre scivola sulla lingua. Ma comunemente, in casa e al ristorante, l’olio si sente sul pane toscano. Poi ci sono i parametri tecnici come l’acidità, che lasciamo appunto ai tecnici. Noi godiamoci questa merenda, grazie all’ottimo pane proveniente dal forno di tradizione La bottega del pane di piazza Matteotti, in centro a Greve in Chianti. Una tappa imperdibile per palati raffinati.
E nella ritualità di questo momento, fra amici e produttori di olio, si intervallerà ogni assaggio con qualcosa da bere o no? Certo, in questo caso lo facciamo con lo stesso intento, ovvero con semplicità e attingendo allo stesso territorio con un Chianti Classico, senza andare alla ricerca di riserve o annate troppo all’indietro. Per questo, nel solco della tradizione troviamo certamente Castello di Cacchiano, in questo caso annata 2016. Un Chianti Classico vigoroso, ma non diabolico nella esplicitazione dei tannini del Sangiovese. Quest’annata sprigiona ben 15% Vol., quindi attenzione! Però è un Chianti davvero di tradizione (95% Sangiovese, poi Canaiolo, Malvasia Nera e Colorino), ricco di note di sottobosco e violetta, prugna disidratata e frutti rossi maturi, oltre ad alcuni dettagli erbacei. Persistente con finale adeguatamente sapido, invoglia a mordere un’altra fetta di pane intrisa del magnifico olio, quindi un altro sorso, quindi un altro po’ di olio… E così via.

 

Vino                ✪✪✪✩✩

Spuntino         ✪✪✪✪✪

Abbinamento  ✪✪✪✪✩