… WHITE, PINK, ORANGE? – WEEK 26

Torniamo nelle Marche. Il Bianchello del Metauro Rocho di Roberto Lucarelli 2018 lo abbiamo già recensito. Ringrazio il produttore per una verticale che fa capire le potenzialità di invecchiamento di questo vino, in questa interpretazione straordinaria da vigne vecchie a lenta maturazione (vigne con più di cinquant’anni di età) e da vigneto storico in Ripalta.
Oggi recensiamo l’annata 2011, solo 84 bottiglie per gli amici, in poche parole fuori commercio. Mi direte che forse ha poco senso recensire un vino che non si trova in vendita, invece no, vi consiglio di puntare oltre che sulle annate correnti, di grande piacevolezza di beva, anche su quelle più vecchie: il Bianchello del Metauro vi stupirà con la sua complessità.
Qualche vigna di Malvasia (2-3%) puntellava i vigneti nel 2010. Il vino ha svolto la fermentazione per il 30-40% della massa in tonneaux di rovere francese. A seguire affinamento di circa un anno in bottiglia. Il colore è quello dell’oro liquido brillante, intenso. L’attacco è un piacevole equilibrio fra acidità e morbidezza, sensazioni che sono percepite dopo l’effetto iniziale dell’alcol. Dategli qualche minuto e vi emozionerà con la sua complessità giocata sulla frutta secca, su sensazioni di cereali, paglia, con un retrogusto di pietra focaia tipica dei bianchi invecchiati di Sancerre, accenni di idrocarburi, effluvi di spezie dolci, miele e note salmastre e di sale affumicato. Una percettibile nota ossidativa non fa perdere equilibrio al vino, anzi. Finale con una leggera sensazione pseudo-calorica. Winemaker Roberto Lucarelli.

“La bellezza del cosmo è data non solo dall’unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell’unità” (Umberto Eco)