WINESTOP&GO – SPECIALE EMILIA ROMAGNA (1)

IL NOSTRO SOMMELIER VI RACCONTA… LINI 910 IN CORREGGIO
✍️🍷

 

Tutto è iniziato con Antonio Allegri, detto Il Correggio, uno dei più significativi pittori italiani del Cinquecento. Nasceva nell’omonimo paese della bassa reggiana verso la fine del 1400 e per primo ha dato notorietà a questa località nel cuore dell’Emilia Romagna. E attraverso la storia arriviamo ai giorni nostri. Ognuno ricorda le immagini di queste terre fra la via Emilia e il Po, raccontate dalla mirabile penna di Giovannino Guareschi con Don Camillo e Peppone ambientati a Brescello, oppure le cupe giornate di Antonio Ligabue, il pittore e scultore che viveva nei pioppeti lungo l’argine del grande fiume, come lo hanno sempre chiamato.
Ed è di Correggio la storica cantina LINI, proprio come l’altro Ligabue, quello di oggi, il noto cantautore reggiano che nel 1991 cantava Lambrusco e pop corn e che col fratello Marco e l’attuale LINI 910, nel 2014 ideò una serie limitata di bottiglie per il Fan Club.
Sembra di vedere un’Emilia assopita sotto le fitte nebbie padane, ma in realtà è una società in grande fermento, potremmo dire spumeggiante. Come il suo vino, il Lambrusco che qui si beve da sempre, sulle note musicali di rara bellezza di Giuseppe Verdi, che poi è originario di qui, di Busseto (PR). Del resto la ricca cucina emiliana che qua si fa con burro e Parmigiano-Reggiano – eccellenza mondiale dei formaggi- ha sempre avuto bisogno delle bollicine per godere appieno delle sue lasagne e cappelletti. E dell’erbazzone che viene proprio alla provincia di Reggio Emilia.
Dunque, in questa terra di gioielli, anche in fatto di motori fra Ferrari e Lamborghini, il Lambrusco non poteva ridursi solamente a un vino commerciale da grandi numeri. La nomea che si è fatto nel dopoguerra, complici le cooperative che raccolgono buona parte delle uve del territorio, è quella di un vino facile, di pronta beva, per cui economico. Quasi una contraddizione, nella terra del re dei formaggi, del Prosciutto di Parma e Culatello di Zibello, dell’Aceto balsamico di Modena IGP o dell’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia DOP per citare solo alcuni dei 44 DOP-IGP della regione.
Allora qualcuno ha iniziato a lavorare con e per il Lambrusco pensando di farne una eccellenza, come LINI 910, e il recente riuscitissimo riediting del marchio detta l’età di questa azienda: 110 anni. Ora siamo alla quarta generazione, con Alberto e i cugini Alice e Alessio, però la svolta nella vinificazione si deve al papà Massimo e allo zio Fabio. Sono loro che dopo la scuola di Conegliano Veneto, si specializzarono in Francia, nel cuore del metodo champenoise, portando a casa mesi di esperienza in champagne. Siamo verso la fine degli anni ’60 e guardate che non è un caso, in un momento di grandi trasformazioni del vino italiano verso la qualità. In Toscana iniziava a vacillare l’esigenza di stare nel disciplinare del Chianti Classico e per fortuna, perché grazie ad alcuni piccoli illuminati produttori, ora abbiamo straordinari vini come i SuperTuscan. E parallelamente, in tutt’altri lidi, qualcun altro oltre i fratelli LINI, si poneva questa domanda:
“E se facessimo uno spumante alla maniera dei francesi?” Così nel 1955 il giovane enotecnico Franco Ziliani e Guido Berlucchi, gettarono le basi per il fortunato destino della Franciacorta. Oggi, la bottiglia rievocativa Berlucchi 61 ci ricorda proprio quando tutto è nato, sul lago d’Iseo. Cioè quando è stata creata una delle più riuscite zone per la produzione di spumante metodo classico al mondo.
Il merito dei fratelli LINI è stato dunque quello di voler nobilitare il Lambrusco, lo “champagne rosso”, come lo chiamano loro, ma non solo. Il vitigno cuore della produzione è certamente la varietà Salamino di Santa Croce, originario proprio delle terre vicino a Canolo di Correggio ove si trova la cantina. Ma l’eccellenza del metodo classico passa necessariamente anche per il Pinot Nero, vitigno internazionale per antonomasia nella lavorazione champenoise francese e in questo caso la scelta della famiglia LINI è stata quella di acquistarlo nelle zone italiane più vocate a questa varietà, l’Oltrepò Pavese. Dalle loro strategie enologiche nasce una linea di quattro etichette per il metodo classico, fra bianco, rosé e rosso con sosta sui lieviti da un minimo di 36 a oltre 60 mesi. Sono proprio questi quattro vini la degustazione di questo nostro Stop&Go, nel pieno rispetto dei limiti alla circolazione imposti dal lockdown.
Accompagnati da un ottimo erbazzone locale vecchio stile, Alberto Lini ha aperto per primo il loro In Correggio Pas Dosé Millesimato 2013, 12% Vol. con sboccatura dicembre 2020. Questo spumante 100% Pinot Nero, imbottigliato in vetro trasparente che con il suo confezionamento in busta filtrante ricorda altri marchi molto noti, sembra rispondere subito al desiderio di internazionalità della cantina, con un gusto schietto, fra un immediato piacevole sentore di pompelmo rosa e fiori bianchi freschi e una significativa persistenza con elegante acidità. La seconda etichetta, in bottiglia scura, è il Brut 2015 che sostanzialmente si differenzia solo nel dosaggio (circa 10 gr/l), ma di quest’annata spicca la versione Rosé che la guida Vitae 2021 dell’AIS premia con le sue 4 viti. Un traguardo significativo e devo dire, al palato davvero un eccellente spumante (12% Vol. sboccatura novembre 2020, dosaggio 10 gr/l). La filosofia enologica LINI nelle tre declinazioni del Pinot Nero, si è delineata perfettamente. Il poker di metodo classico, per un totale di circa 60.000 bottiglie annue prodotte, si completa con In Correggio Metodo Classico Rosso Lambrusco Millesimato 2009, 100% uve Salamino, 12 % Vol. Sicuramente perfetto per i bolliti emiliani, questo spumante si caratterizza, oltre che per la finezza delle sue bollicine, per la lunga persistenza. Una curiosità, LINI esegue il remuage totalmente a mano sulle pupitres classiche.
Ricordiamo, fra le altre, l’ormai storica famosa etichetta LaBrusca, cavallo di battaglia del marchio LINI nella vinificazione del Lambrusco, una delle bottiglie che ben hanno rappresentato questo vino negli Stati Uniti. Infine, le due etichette più eleganti del nuovo corso, nella loro essenzialità, il LINI 910 LAMBRUSCO SCURO su fondo nero e il LAMBRUSCO ROSE’ su fondo bordeaux, lavorazione metodo Charmat lungo, per una produzione totale della cantina che si attesta intorno alle 400.000 bottiglie annue.
C’era una volta Il Correggio, oggi c’è In Correggio. Ed è la scelta di qualità della famiglia Lini che fra l’altro, attraverso la signora Anita, con le figlie Giulia e Martina, si espleta anche nell’eccellenza della moda con lo storico marchio creato dal marito, Angelo Marani, nel 1963.