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Il tempo, la luce e la natura dietro

Anna Caterina Masotti al Circuito OFF di Fotografia Europea con la Cantina Finigeto

 

Esiste un tempo

Che scorre lento

Che non ha fine, non ne avrà

Così canta Rossana Casale in Senza, brano scritto assieme al paroliere Guido Morra sulle note di Maurizio Fabrizio. Grandi nomi, interpreti significativi della canzone italiana per un album, Lo stato Naturale, vertice creativo della Casale del 1991. E proprio la Natura entra nel tema di Fotografia Europea alla sua XIX edizione, nel week-end di apertura del 26, 27 e 28 aprile (fino al 9 giugno). Ed essendo di Reggio Emilia io, oltre che architetto e fotografo, non potevo mancare.

(credit Laura Frasca per le foto)

La natura ama nascondersi è il titolo tematico 2024 e Anna Caterina Masotti, fotografa bolognese lo esprime con la sua personale A Single Moment – L’immortalità nell’attimo della Natura e nell’Universo, all’interno del Circuito Off, curata da Alessia Locatelli nella splendida location di Mida Design Group, Show Room di piazza San Lorenzo, nel cuore del centro storico di Reggio Emilia, tra le sedi delle mostre.

Occasione per un brindisi con il metodo classico di Aldo Dallavalle e della sua cantina Finigeto, sulle colline dell’Oltrepò Pavese. L’azienda agricola sotto la guida dell’enologo Marco Terzoni è una cantina giovane, nata le 2005 che è anche il nome proprio delle 3 varianti di metodo classico le cui versioni brut – 2021, 13% Vol. dosata 6 gr/l, sosta sui lieviti di 24 mesi – e pas dosé – 2020, 12,5% Vol., sur lies per 36 mesi – erano presenti alla gremita inaugurazione. Completa le etichette il cruasé, tipico dell’Oltrepò Pavese, in questo caso un extra-brut con 4 gr/l e 24 mesi di permanenza sui lieviti. Tutti rigorosamente da uve pinot noir in purezza, prerogativa di questo territorio.

L’azienda Finigeto lavora 44 ettari con uve barbera, chardonnay e riesling renano, poi croatina e moscato, oltre al pinot nero, presentando sempre almeno due etichette nella versione vino fermo di questi vitigni, fra lavorazione solo in acciaio e riserva con affinamenti più lunghi in legno e in bottiglia.

Nomi ricorrenti come Baldo, Ribaldo, Caroaldo, Spavaldo per assonanza ci riconducono chiaramente al giovane proprietario Aldo Dallavalle, presente al vernissage, che ha traguardato la realizzazione della nuova cantina nel 2012 a Cella di Montalto Pavese e che con il progetto Love Nature sposa criteri produttivi altamente biosostenibili e perfettamente in linea con la mostra fotografica.

Il tempo di affinamento del vino, il senso stesso del trascorrere del tempo nell’evoluzione e nell’attesa, oltre che la relazione con la natura ci riconducono simbioticamente alla Weltanschauung di Anna Caterina Masotti.

La sua fotografia, intesa come stampa, passa attraverso questo calale figurativo, ma non vi si ferma. L’atto talvolta solo formale della riproduzione su carta qui assume in verità un aspetto chiave nella sintassi linguistica dell’autore. Grandi formati e superfici materiche in Fine Art rivelano le sue attitudini professionali dal mondo produttivo di famiglia delle Lingerie di lusso. Il contatto coi materiali, la conoscenza delle stoffe e dei risultati che queste possono trasmettere. Ecco perché la ricerca di Anna Caterina Masotti da un lato rivela uno storytelling introspettivo, strettamente legato ai suoi affetti, atto a intercettare il momento sospeso, lungo un cammino che l’ha vista costretta a rivedere inesorabilmente i propri orizzonti a fronte di una malattia; dall’altro lo sguardo che si perde nel dettaglio, nell’attimo rivelatore dello scatto fotografico si proietta già in avanti rivolto a una post-produzione che di nuovo dialoga col tempo e la materia. Le sue stampe sono per questo il frutto di un processo d’interazione per sottrazione, nell’atto poetico, orientale e silenzioso della figurazione che infine si ricrea nella materia stessa attraverso filamenti cuciti a mano che portano il supporto espositivo a divenire un’opera unica. Irripetibile.

Tanto quanto non è riproducibile una scultura, un bassorilievo ove il sottilissimo filo a volte argentato a volte dorato contrasta le texture bianche, nere e grigie e riporta ancora una volta indietro, a quel concetto di tempo relativo e dilatato che in Anna Caterina Masotti esteriorizza il desiderio di fermare ogni frame, ogni attimo, quindi prolungarsi nella strada della rivelazione totemica finale.

Gli ambienti dello Show Room di Mida rappresentano il teatro espositivo ottimale di queste opere; siamo di fronte a una riuscita messa in scena, nella visione della curatrice Alessia Locatelli coadiuvata da Laura Frasca, Art Manager, in cui la fotografia esposta interagisce con la materia dei mobili e gli oggetti d’arredo dialogano con gli scatti senza soluzione di continuità. La fusione è talmente perfetta che a volte la stampa viene rapita dal manufatto d’arredo che la restituisce con un elegante effetto a sorpresa, dandole una ulteriore forza espressiva. Ancor più quando i drappi di chiffon fra gli ambienti si rivelano per non essere delle semplici tende, dei separè che avrebbero il solo compito dell’hiddenthrough, ma sono anch’essi delle fotografie. Delle stampe su una materia così sottile, quasi impercettibile che proietta la fotografia di Anna Caterina Masotti in un’altra dimensione, potenzialmente oltre il tridimensionale, facendo propria la quinta dello spazio retrostante.

In questa atmosfera ove per un momento davvero ci si può riappropriare del proprio tempo, il vernissage nel più pubblico dei suoi significati ci riporta all’essere parte dell’evento con un piacevole brindisi. Sono i calici di Finigeto di Aldo Dallavalle a trasmetterci un’altra texture, quella delle bollicine sottilissime e vellutate del metodo classico. Dicevamo che l’Oltrepò Pavese è terra di Pinot Nero e lo spumante con dosaggio zero, in questo caso esalta al massimo il vitigno, lasciando tutta la presenza e il vigore iniziale di questa uva, poi l’olfatto si raccoglie in un bouquet complesso, rivelazione croccante di lieviti con la tipica nota di pane tostato, poi ancora di piccole bacche rosse sotto spirito. Infine il palato esplicita il vigore tagliente del dosaggio zero, marino e sapido, rimanendo a decretarne la persistenza fino all’ultimo, chiudendo con echi agrumati di bergamotto. Il cruasé, degustato successivamente, elegante rosato sempre piacevole, rivela immediate note floreali di violetta, descrittive del vitigno quanto alcune latenze di marasca e il tutto si rielabora elegantemente al palato per uno spumante di equilibrio fra il fruttato e le acidità del basso dosaggio.

È giunto il momento di accomiatarsi, a malincuore da questo evento.

Nell’ambito di Fotografia Europea, si può certamente affermare che Anna Caterina Masotti e la location di Mida trasmettono un livello qualitativo e una ufficialità estremamente rara da ritrovare nel Circuito Off di Fotografia Europea. Talvolta, perdonate l’indiscreta sentenza che in verità non vuole essere tale, se il livello di fotografia, ambientazione e ricerca è quello così nobile di questo luogo e di scatti fotografici che ho provato a raccontarvi a parole, allora qui davvero si può lambire il livello delle mostre ufficiali dell’evento reggiano, non sempre risolutivo nell’indagine e nella ricerca del vertice della creatività espressiva in ambito fotografico.