In occasione della consegna degli Oscar Green della Coldiretti, il premio all’innovazione per le imprese agricole che creano sviluppo e lavoro con i giovani protagonisti della svolta verso il futuro dell’Italia, il Santo Padre Francesco, che ha sempre mostrato una grande sensibilità verso la natura, attraverso il Segretario di Stato di Sua Santità Cardinale Pietro Parolin, “rivolge agli organizzatori, ai partecipanti e ai presenti tutti il Suo beneaugurante pensiero, esprimendo apprezzamento per il significativo evento volto a favorire una autentica sensibilità ecologica e a valorizzare una maggiore inclusione sociale. Il Papa auspica che l’iniziativa susciti un rinnovato impegno nel promuovere modelli produttivi rispettosi dell’ambiente e accresca il coinvolgimento dei giovani nella custodia del creato. Egli accompagna tali voti con la preghiera e l’invio della benedizione apostolica”.
I premi sono stati consegnati nel corso delle finali di Roma, nella Giornata Internazionale della consapevolezza sulle perdite e sprechi alimentari proclamata dalle Nazioni Unite, in occasione di Youth4Climate che anticipa la riunione dei ministri della Cop26, la conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow dall’1 al 12 novembre. Presenti il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini e la Delegata Nazionale del Movimento Giovani Imprese Coldiretti Veronica Barbati.
E la nuova generazione di agricoltori si inventa il lavoro: dall’agri drive in al sidro della movida fino ai pescatori di plastica, questi gli Oscar Green della Coldiretti ai giovani che fanno innovazione salvando il clima e combattendo gli sprechi.
Essere custode dell’ambiente per tramandare un mondo più pulito alle nuove generazioni ha garantito la vittoria nella categoria Sostenibilità a Chiara Meriti, che nella Marche che ha trasformato il suo peschereccio nella flotta dei pescatori custodi. Dopo lunghe ore e infinite miglia di navigazione, dopo aver visto evidenti segni di sofferenza e un aumento dell’inquinamento marino che rischiava di finire anche sulle tavole di consumatori. È così che le poche ore destinate al riposo, dopo avere tirato a bordo le reti e messo in ghiacciaia il pescato, vengono destinate all’attività ecologica. Le saccate sono un miscuglio di pescato e rifiuti. Una volta svuotata la “saccata” avviene la cernita del pesce e la raccolta di tutto il materiale plastico che verrà poi stoccato all’interno di una vera e propria isola ecologica mobile composta da diversi contenitori. La pratica tristemente nota è quella di restituire alle acque quanto hanno appena consegnato all’uomo. Ma il peschereccio si è impegnato, facendosi carico di costi e sforzi, di selezionare la plastica dal pesce e di trasportarla a terra per affidarla a chi di dovere. La Meriti – afferma la Coldiretti – è stata premiata per avere impiegato coraggio e passione in una importante pratica che consente il ripopolamento del pescato e di tutela del mare e per aver trasformato la fatica quotidiana in impegno ecologico, per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni.
Nella categoria Creatività l’oscar è andato a Federico Pedrolli del Trentino Alto Adige, che ha sperimentato con successo lo squisito sidro della movida. Antiche varietà che, negli anni, hanno ceduto il posto alla mela da tavola, sono state recuperate e accostate al luppolo e a essenze innovative, metodologie di lavorazioni imprevedibili e tecniche di invecchiamento ereditate dalla tradizione brassicola ed enologica italiana. Ecco come il sidro, secco o abboccato, trova nuove strade e diventa l’alternativa alla birra e al vino per il mondo della movida e del divertimento. Lievitazione e invecchiamento per la spumantizzazione, aromatizzazione agli agrumi e ai piccoli frutti, per gustarlo con essenze fresche e fruttate in curiosi abbinamenti e vivaci occasioni di consumo. L’azienda è stata premiata per la genialità dell’idea, la capacità di interpretare il futuro, con il valore della tradizione e la capacità di saper mettersi in gioco in quelle che appaiono come sfide insuperabili.
Fantasia e creatività insieme al desiderio di uscire dalla crisi generata dalla pandemia hanno assicurato l’Oscar nella categoria Covid il premio a Giovanni Zuanon, che in Veneto  ha inventato il primo Agri-drive in piena campagna, dove gustare ottimi spuntini e birra artigianale davanti a un bel film, nella propria auto senza rischio contagio. Per superare le difficoltà causate dalla pandemia propone un Agridrive in ed è un successo incredibile. Sicurezza e distanziamento sono garantiti, una sera dietro l’altra è un successo a valanga. Zuanon è stato premiato non solo per aver salvato la sua azienda, incanalando creatività e originalità in un momento di crisi terribile, ma anche per aver dato una risposta concreta all’emergenza Covid, regalando un sorriso alla popolazione colpita.
Puntare sull’unione che fa la forza è importante per vincere l’Oscar della categoria Fare rete e per questo motivo il premio è stato assegnato ad Andrea Liverani della Sardegna, che con una start up ha attivato una partnership per un progetto di rete sperimentale sull’agricoltura di precisione di ben 10 aziende agricole. L’obiettivo è quello di evitare lo spreco d’acqua e somministrare solo il concime e il fertilizzante strettamente necessario, abbattendo l’inquinamento chimico e ottimizzando la resa. Attraverso il monitoraggio aereo, si intuisce pianta per pianta quale sia il reale fabbisogno energetico e dove erogare più o meno fertilizzante. Metodologia equivalente per gli irrigatori d’acqua o per la lotta ai parassiti. Liverani ha saputo collegare esperienze diverse rendendo protagonista la tecnologia a servizio dell’agricoltura sana insieme al territorio in una nuova sfida collettiva unendo innovazione e valorizzazione del prodotto.
Nella categoria impresa 5.terra il premio va a Rosa Ferro, che nella sua splendida Campania ha inventato il primo foglio di carta interamente ricavato dall’aglio. Per crearlo non c’è bisogno soltanto della tunica d’aglio, ma di silenzio, armonia e della delicata vita dei borghi degli Alburni. In questi terreni con scarse risorse di acqua è stato piantato una antica varietà di aglio e ad ogni lavorazione si produce una grande quantità di scarto. La Ferro è riuscita a ottenere il “foglio dalla tunica d’aglio”, senza l’aggiunta di componenti chimici e senza lasciare un solo grammo di scarto che non chiuda il ciclo di produzione. Il risultato è una carta per scrivere o disegnare, ma anche oggetto di design. Il premio per l’inflessibile spirito ecologista e la creatività che sono in grado di sprigionare e fare di un rifiuto aziendale il carburante innovativo di una start up di successo.
Nella categoria Campagna Amica a vincere è stato Andrea Tagliabue della Lombardia, che ha abbandonato la finanza londinese per dedicarsi alle campagne della Brianza. Per cominciare a produrre squisite marmellate, Tagliabue ha percorso una lunga strada che da una laurea in Scienze bancarie l’ha portato nel ventre della City dove ha aggiunto un master in Matematica finanziaria, per diversi anni di successo alle leve di un colosso bancario d’investimento. È servito a comprendere che “se fai un prodotto made in Italy e lo fai eccellente non hai nulla da temere”. Il giovane imprenditore è così tornato in Brianza per coltivare piccoli frutti e produrre composte con metodi innovativi. Protegge i frutti rossi con una moderna copertura anti insetto e, secondo i principi dell’economia circolare, da tutti gli scarti della lavorazione delle piante ottiene un cippato da riusare nei processi aziendali. Cucina la materia prima con il metodo del sottovuoto, che mantiene intatte le proprietà organolettiche della frutta, addolcita con l’uso di solo miele. Tagliabue è stato premiato per aver saputo sapientemente coniugare bontà e qualità della tradizione gastronomica  italiana.
E per finire nella categoria Noi per il sociale viene premiato il coraggio di Alessandro Bruno, che in Valle d’Aosta è riuscito a trasformare la disabilità in impiego remunerato. Tra le altissime montagne della sua regione Bruno ha creato la fattoria della felicità dove le fragilità e le disabilità sono una risorsa inesauribile, diventando volano per sempre più innovative attività della fattoria. Dalla cura degli animali, alle pratiche dell’orto, fino alla trasformazione dei formaggi sono i ragazzi portatori di handicap ad occuparsene. Ma tocca anche a loro l’attività della didattica ai bambini. D’estate, con i centri estivi, ma anche d’inverno nelle scuole. Come dice Bruno, “il seme dell’inclusione non ha terreno fertile migliore che nei bambini”. Questo tipo di attività permette ai ragazzi con disabilità di prendere consapevolezza delle loro capacità e potenzialità e ai bimbi ospitati di imparare oltre a delle attività anche l’inclusività in modo naturale e sincero. L’azienda – conclude Coldiretti – è stata premiata per aver ridato, attraverso l’agricoltura, speranza, opportunità e reddito a ragazzi meno fortunati.