Linea dura sulla vicenda Prosek. Unione italiana vini (Uiv), che rappresenta l’85% dell’export di vino del Belpaese, condivide la linea tracciata dal ministro alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, oggi al Senato nel corso di un’informativa sulla tutela della denominazione di origine controllata del Prosecco. In gioco c’è la credibilità del modello europeo di tutela dei prodotti agroalimentari, motivo per cui Uiv farà squadra con Francia, Spagna, Portogallo e Germania affinché presentino anch’esse mozioni contrarie all’indicazione della Commissione. Il Comitato dello Champagne ha già annunciato opposizione alla vicenda Prosek. Prosek che tra l’altro al contrario del Prosecco nulla ha a che fare con una località geografica e richiama inevitabilmente, per un ‘consumatore normalmente informato’, le bollicine del nostro Paese. Come ricordato nella recente sentenza “Champanillo” della Corte di Giustizia ‘l’esistenza di un’evocazione può essere valutata anche con riferimento ai consumatori di un solo Stato membro’.
“Ci opporremo in ogni modo al Prosek croato. Non è solo una questione strettamente legata a tutto il nostro prezioso made in Italy. Se non ci opponiamo domani sarà il Parmigiano, il prosciutto e tutte le altre eccellenze italiane”, commenta il sottosegretario Gian Marco Centinaio.
Quanto ai numeri da capogiro, sono oltre 620 milioni le bottiglie prodotte dalle tre Do del Prosecco, delle quali 370 milioni sono esportate. Complessivamente il mercato vale 2 miliardi di euro di fatturato annuo, di cui un miliardo all’estero (2020), l’equivalente del 16% sul totale export italiano.
Staremo a vedere chi la spunta, anche se il mondo del made in Italy mai si sarebbe aspettato di trovarsi nella condizione di ipotizzare un’opposizione. Questione di buonsenso. Che a volte palesemente difetta.