Cambio al vertice del Consorzio Oltrepò. Gilda Fugazza, titolare dell’azienda vitivinicola Mondonico, sulle colline di San Damiano al Colle (Pavia), a sorpresa è il nuovo presidente del Consorzio. La Fugazza guida una realtà spalmata su 100 ettari di vigneto in un corpo unico a Doc Oltrepò. Subentra a Luigi Gatti, eletto nel 2018 , il cui mandato sarebbe quindi scaduto l’anno prossimo. Ma cosa è accaduto? Ne parliamo con il direttore Carlo Veronese, fiducioso nel futuro, che raggiungiamo telefonicamente. “Io sono per la suddivisione dei ruoli. Il mio è un ruolo tecnico, che non è stato messo in discussione e quindi vado avanti a operare al meglio, poi ci sono i ruoli politici. Nella seduta della scorsa settimana il Cda ha ritenuto di votare la sfiducia al presidente in carica e ne ha votato uno nuovo, la dottoressa Fugazza, che faceva già parte del consiglio di amministrazione e che di colpo è assurta agli onori, e oneri, di presidente. È laureata alla Bocconi ed essendo dottore commercialista e revisore legale è abituata a lavorare nel settore contabile, a guardare i conti e dirigere le situazioni, oltre che a lavorare nel mondo agricolo. La struttura rimane inalterata, forse potenziata. La prossima tornata elettorale sarà nel 2021, quando saranno approvati i bilanci del 2019 e vedremo cosa accadrà a livello di Cda”.
Si aspetta il via libera da Roma alla modifica dello statuto che riguarda le modalità di voto, già approvata dal Cda del Consorzio una decina di giorni fa, in modo da permettere una più ampia partecipazione del territorio, non solo alla luce dei numeri di produzione, alle scelte dei consiglieri e nella vita dell’associazione. “Si vogliono evitare concentrazioni, che una singola azienda possa esprimere più del 49% dei voti. È un sistema fortemente voluto da alcune aziende, cui ha collaborato Regione Lombardia”, spiega Veronese, precisando che il cambiamento al vertice era nell’aria. “Era evidente che c’era un malcontento generale tra Cda e presidente, io comunque non avevo minimamente idea che si potesse arrivare in così poco tempo a una decisione così drastica, mentre Gatti era in Francia per lavoro, anche se non sarebbe cambiato nulla con la sua presenza. In mezz’ora si è passati dalla sfiducia al vecchio presidente all’elezione del nuovo. Piuttosto che mantenere situazioni lunghe e agonizzanti è comunque meglio prendere decisioni rapide”. Sul dopo Gatti è ancora presto per fare pronostici. “Io e la Fugazza ci siamo visti di sfuggita settimana scorsa. Sicuramente potrà essere più presente nella vita del Consorzio perché Gatti lavorava anche all’estero. E poi è la prima volta nella storia che una donna è eletta nel nostro Consorzio. Le donne hanno più sensibilità e fiuto degli uomini, smussano certe situazioni di conflittualità piuttosto che accentuare gli angoli. Ora è il momento di lavorare tutti insieme per raggiungere i risultati, bisogna ascoltarsi e parlarsi di più. L’Oltrepò ha fortemente bisogno di questo. I muri, soprattutto tra colleghi, non servono a nulla perché tutto il territorio ha gli stessi problemi. Spero che qualcuno mi ascolti. Alcuni lo fanno, altri non ci pensano minimamente”. Sulle divisioni che serpeggiano sottobanco non ha mezzi termini: “Ma neanche tanto sottobanco. Dichiaratamente, direi. Il fatto di parlarsi non vuol dire avere per forza la stessa idea. Mettersi intorno a un tavolo vuol dire condividere le proprie idee con altri. Non serve scrivere lettere e inviare email, ma c’è bisogno di incontrarsi”. Anche sul modo di comunicare l’Oltrepò Veronese è diretto: “Il giornalista comunica quelle che sono le sue sensazioni o quello che gli viene detto. Non si può criticare il mondo della comunicazione se non gli vengono dati messaggi chiari. Abbiamo il compito di informare correttamente, continuamente. Bisogna capire quello che si vuole comunicare e soprattutto non ci si può lamentare della notizia sul giornale piuttosto dell’informazione sul web se non si è data una informazione chiara. Qui ognuno dice la sua, quando invece ci vorrebbero più messaggi istituzionali. Intendiamoci, non è un male che ci siano persone che abbiano voglia di comunicare, il problema è che quando si comunica a nome di un ente bisogna concordare quello che si dice. Si tratta di un modo di ragionare diverso rispetto a tante altre zone. Pian piano bisogna rientrare in alcuni binari, se ci si vuole rientrare. Io sto lavorando in questa direzione. Ci deve essere un ente consortile forte che rappresenta il maggior numero di aziende del territorio, capace di interloquire con la politica ed essere ascoltato. Le aziende ci devono credere. Il territorio ha avuto difficoltà in questo senso. La mia presenza in Oltrepò dovrebbe servire a ricompattarlo. Un po’ ci stiamo riuscendo, grazie anche al grande lavoro di Regione Lombardia e di imprenditori che stanno tornando nel gruppo. Vistarino e Travaglino erano sulla porta, pronti a uscire, invece sono rimasti. Sono entrati Finigeto, La Travaglina, Ca’ del Santo, Manuelina, Piccolo Bacco dei Quaroni e altri, per un totale di una ventina di aziende, e se ne continuano ad aggiungere. Il punto è che oltre ad essere soci e pagare una quota bisogna essere partecipi, condividere gli ideali dell’associazione e portare avanti un’immagine comune. Prima di queste nuove entrate il Consorzio aveva l’erga omnes su tutto tranne le Igt e il Pinot nero dell’Oltrepò Pavese, adesso vedremo. C’è sempre la speranza dell’erga omnes per il Buttafuoco anche se manca ancora qualche azienda”. A proposito della crisi generalizzata nel mondo del vino conclude: “La sofferenza c’è stata come per tutti. La realtà oltrepadana ha dalla sua una vendita diretta forte e capillare sul territorio e nell’hinterland milanese, che è andata avanti, inoltre ha una forte presenza in Gdo, che ha permesso una continua vendita. Chi vendeva solo a ristoranti e alberghi è oggi in grande difficoltà. Regione Lombardia e Unioncamere hanno messo in campo una serie di misure che devono continuare anche nei prossimi mesi. Non dobbiamo guardare solo l’ultimo periodo, che ha cambiato il modo di vendita del vino, ma dobbiamo proiettarci in avanti quando si vedrà se il mercato riaprirà o no”.