Trump minaccia di introdurre nuovi dazi sulle merci europee come il vino, sotto stretta osservazione americana anche quello italiano che era scampato alla prima black list del mese di ottobre 2019, quando tasse al 25 % del valore avevano colpito il vino francese ad eccezione dello Champagne. Il termine del 13 gennaio – settimana prossima -, quando il governo americano dovrebbe completare l’analisi sull’introduzione di tasse aggiuntive, è guardato sempre di più con timore dai produttori del Belpaese. Vino che è la prima voce dell’export agroalimentare italiano negli Usa. Nei primi nove mesi del 2019 il vino italiano ha messo a segno un +5%, con il balzo del Prosecco a + 14,48% che tradotto significa più di 50 milioni di bottiglie per oltre 400 milioni di euro di Prosecco venduto. Prosecco le cui vendite negli Usa nel 2018 rappresentavano un quarto del totale di vino (1,5 miliardi) esportato su quel mercato. Attualmente gli Usa sono il principale importatore di vino a livello mondiale: l’Italia esporta soprattutto Prosecco, Pinot grigio e Chianti. I dazi aprirebbero scenari inediti con inevitabili ripercussioni sull’economia nazionale e sugli investimenti a fini promozionali di molte aziende italiane sul mercato a stelle a strisce. A rischio il lavoro degli importatori di vino italiano negli Usa. Un quadro finora a macchia di leopardo con alcuni paesi e alcuni prodotti tassati e altri no che rischia di dividere anche gli Stati dell’Ue.