Focus sulla Cina per il vino italiano nel 2020, ritenuto il periodo più importante nella storia delle relazioni commerciali tra l’Italia e la Cina grazie alla Via della Seta, che inizia concretamente da Verona. Sarà un anno all’insegna dei mercati asiatici per rilanciare la presenza italiana in Asia. L’import di vino in Cina rappresenta l’8% di quello mondiale con un valore di 2.414.900.000 €. Questi i dati secondo Vinitaly, che nel 2020 organizza, intensificandole, diverse iniziative in Cina. Il piano industriale lanciato per il triennio 2019-22 prevede 300 milioni di investimenti, in buona parte destinati alla creazione di manifestazioni promozionali all’estero. A cominciare da “Vinitaly China Chengdu” (22-25 marzo), uno degli eventi B2B più attesi nel comparto vitivinicolo cinese, che torna per il settimo anno consecutivo con l’obiettivo di attirare buyer cinesi qualificati e che si colloca nel fuori salone del “China Food and Drinks Fair for Wine and Spirits”, tra le più importanti manifestazioni fieristiche del settore agroalimentare cinese. Dal 15 al 19 giugno l’appuntamento è con “Vinitaly China Roadshow”, che coinvolgerà tre importanti città della Cina del futuro per quanto riguarda la domanda di vino: Shanghai (15 giugno), Xiamen (17 giugno), Chengdu (19 giugno). Segue “Hong Kong International Wine & Spirits Fair” (WSF) a Hong Kong, porta d’ingresso della Cina continentale, anche per operatori provenienti dal Sud Est Asiatico. Un punto d’accesso centrale grazie alle agevolazioni doganali con la Repubblica Popolare Cinese. Non da ultimo la novità assoluta è “Wine to Asia”, la nuova manifestazione fieristica limitata a 400 espositori e dedicata ai professionisti del settore vincolo dell’area Asia/Pacifico a Shenzhen (9-11 novembre). Un evento che rappresenta un salto di qualità rispetto ai precedenti perché trattasi di una piattaforma multicanale permanente, resa possibile dalla joint venture tra Veronafiere, che ne detiene il 51% attraverso la controllata Veronafiere Asia, e Pacco Cultural Communication, partner cinese specializzato nel marketing e nell’ e-commerce. Shenzhen, via strategica per l’import, terza città della Cina per importanza economica dopo Pechino e Shanghai e città dell’innovazione e della comunicazione digitale con il più alto tasso di crescita economica registrato in Cina negli ultimi vent’anni. A Shenzhen, metropoli di quasi 15 milioni di abitanti, si contano oltre tremila aziende importatrici di wine & spirits e nella provincia del Guangdong si trova il 30% dei distributori cinesi. Un evento che dovrebbe portare il vino italiano a conquistare posizioni nel Far East, area da presidiare costantemente e destinata a valere 7 miliardi di euro nel giro di tre anni. Attualmente la Francia detiene il 50% delle quote, l’Italia il 6,5%. L’Asia Orientale ha registrato un balzo a valore negli ultimi dieci anni del 227%, undici volte in più rispetto ai mercati Ue e quasi il quadruplo dell’area  geoeconomica del Nord America. Dopo il 2020 si punterà alla creazione di una terza piattaforma (terza dopo Brasile 2018 e Cina 2020) in Nord America.